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"Baby-squillo", la casalinga gelosa della quindicenne

Simona, nome fantasioso, la casalinga di 39 anni arrestata dalla squadra mobile per sfruttamento della prostituzione minorile, avrebbe fatto pressione così sulla quindicenne, che avrebbe coinvolto in un giro di clienti affezionati

ENNA. "Oggi non mi sento bene, vai tu con quel cliente". Simona, nome fantasioso, la casalinga di 39 anni arrestata dalla squadra mobile per sfruttamento della prostituzione minorile, avrebbe fatto pressione così sulla quindicenne, che avrebbe coinvolto in un giro di clienti affezionati. Per sei mesi la polizia ha ascoltato varie conversazioni di questo tipo fra Simona e la ragazza, sua lontana parente. Perlopiù commenti sulle prestazioni, in cui l'adulta elargisce consigli e fa trasparire anche una sorta di gelosia, forse temendo che la ragazza possa rubarle i clienti. Quattro di loro ora sono stati arrestati e altri quattro indagati a piede libero. "Per cinquanta euro voleva fare anche altro - le confida la ragazza - ma noi non lo facciamo neppure con quello, che paga bene…". In questo quadro si inseriscono pure le moine dei clienti alla ragazzina. "Lei ti tiene solo per i soldi - dice un uomo di mezz'età - senza di te guadagnerebbe molto di meno". Il cliente, da quanto emerge, conquista quasi l'amicizia della ragazzina, con cui non ha rapporti sessuali, quantomeno finché non ha compiuto 16 anni. E glielo dice pure, mostrando di non essere disposto a rischiare troppo: "Quando farai sedici anni, vedrai cosa ti faccio. Ora non posso perché rischio di andare in galera". In realtà, il sedicente amico, non si rende conto (o finge) che il reato di prostituzione minorile sussiste sempre, anche se lei ha sedici anni, solo c'è un'aggravante in meno. Sta di fatto che questa cautela lo salva dalle manette: la custodia preventiva è stata disposta solo per chi è stato a letto con la piccola prima che compisse sedici anni.


Dalla lettura delle intercettazioni vengono fuori altre storie, in cui un indagato, fra l'altro, esprime la sua "ordinazione" in maniera piuttosto esplicita: "Portami la ragazza, la lasci un paio d'ore e poi la vieni a prendere". Un altro cliente, invece, preferisce spostarsi lui. Ma non vuole essere notato. Per cui posteggia lontano e non vuole citofonare. "Mi raccomando - dice, per telefono - lascia il portone aperto". Corre dentro e alla fine sgattaiola via. In altri casi, è Simona invece a contattare i clienti, se le servono soldi. Dice: "Ci vediamo?", e spesso trova porte aperte. Poi commentando con la ragazza la disponibilità di un cliente, afferma: "Meno male che c'è lui, almeno riusciamo sempre a tirare via cinquanta euro". E ci tiene che i clienti restino "contenti". Uno degli indagati a piede libero, in un'occasione, riceve una busta di frutta in omaggio, che lei aveva raccolto da un albero visto per la strada.


Infine ci sono le conversazioni fra le due. La ragazza chiede come comportarsi, con richieste troppo invadenti: "Fallo solo se il cliente ti piace". In altre occasioni, la invita a chiedere somme maggiori, a intenerire i clienti: "Quello che mi hai dato è per lei, non per me. Ora dammi qualcosa per me". E torna a ingelosirsi, quando le trova un telefonino di un cliente, con cui si sente la ragazza. Poi però, dopo una valanga di telefonate captate dalla polizia, quando le dice: "Sai… mi ha dato quaranta euro"; risponde: "Non si parla per telefono". E la rimprovera nuovamente.  

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