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Giustizia e pace: nomina pontificia per il vescovo Pennisi

Riconoscimento dal vaticano. Sarà tra i membri del consiglio per "far sì che nel mondo sia promossa la dottrina sociale della Chiesa"

ENNA. Nuova nomina importante per il vescovo Michele Pennisi, da tempo segretario della commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università. Adesso Papa Benedetto XVI lo ha nominato membro del Pontificio consiglio della giustizia e della pace.
Per capire l'importanza della nomina di monsignor Pennisi, noto anche fuori dell'Italia per il suo forte impegno sociale per il suo contrasto alla mafia - tanto da essere citato nei «cable» del console generale Usa a Napoli, intercettati da «Wikileaks», come uno dei pochi, all'interno del clero, seriamente impegnati nella lotta alla mafia - basta vedere i nomi degli altri consiglieri.
Ci sono, tra gli altri, il patriarca di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal, il vescovo di Annecy, in Francia, Yves Boivineau, il reverendo Bonnie Mendes, coordinatore della Caritas asiatica e direttore esecutivo della società per lo sviluppo umano in Pakistan.
Il Pontificio consiglio, spiega il vescovo, nasce dall'auspicio del Concilio Vaticano II di creare «un organismo della Chiesa universale», per «stimolare la comunità dei cattolici a promuovere lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustizia sociale tra le nazioni». «Papa Paolo VI nel 1967 - ricorda monsignor Pennisi - istituì la Pontificia Commissione "Justitia et Pax"."Giustizia e Pace è il suo nome e il suo programma" scriveva il Papa due mesi più tardi nell'enciclica». Il Pontificio consiglio assunse questo nome nel 1988, con Papa Giovanni Paolo II. Ma di che si occupa?
«Il Consiglio - afferma ancora il vescovo - mira a far sì che nel mondo siano promosse la giustizia e la pace secondo il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa». In sostanza si occupa di approfondire la dottrina della Chiesa, diffondendola e traducendola «in pratica».
Raccoglie notizie e risultati di indagini su giustizia e pace, sul progresso dei popoli e le violazioni dei diritti umani. E si adopera «affinché - conclude il vescovo - tra i popoli si formi sensibilità circa il dovere di favorire la pace, mantenendo particolari rapporti con la Segreteria di Stato (vaticana, ndr.)».
Il Pontificio Consiglio è composto da membri e consultori, nominati a titolo personale dal Santo Padre per cinque anni. Quaranta in tutto il mondo, si riuniscono regolarmente a Roma in assemblea plenaria per contribuire, secondo le loro diverse sensibilità ed i loro impegni pastorali o professionali, a tracciare le linee dell'attività del Consiglio.

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