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Chiude l’Associazione allevatori: personale in cassa integrazione

ENNA. Le risorse che arrivano sia da Roma che da Palermo sono dimezzate e la struttura non ce la fa più a reggere. Di conseguenza dallo scorso 1 ottobre tutti gli uffici siciliani dell'associazione regionale allevatori che conta poco meno di 160 dipendenti in tutte e 9 le province siciliane di cui 10 in provincia di Enna sono stati chiusi e l'attività lavorativa sospesa con il personale dipendente che tra l'altro vanta non meno di 4 mensilità arretrate, posto in cassa integrazione in deroga sino al 31 dicembre ed in “attesa di tempi migliori”, con il totale divieto di potersi recare negli uffici. Così un'altra “tegola occupazione” anche se è di carattere regionale, si abbatte in provincia di Enna dove si va sempre più ad ingrossare il “contenitore” delle persone che in teoria dovrebbero essere poste, in attesa che tornino a lavoro, sotto la tutela degli ammortizzatori sociali in deroga. Ma è proprio di questi giorni la polemica scoppiata tra il governo regionale e la direzione nazionale dell'Inps sulle risorse necessarie alla Sicilia per pagare le indennità agli oltre 11400 persone che ne hanno i requisiti di cui circa 400 in provincia di Enna, ed a cui dallo scorso 1 ottobre si sono aggiunti anche i 160 in tutta l'isola dell'Associazione regionale allevatori. Ma a prescindere dalla già grave vicenda occupazionale c'è anche quella che chiudendo gli uffici dell'associazione di contrada Scifitello con la relativa sospensione dell'attività, rimane totalmente senza assistenza un comporto di fondamentale importanza per l'economia provinciale come quello zootecnico. Dallo scorso 1 ottobre infatti gli oltre 300 associati dell'Aras, non avranno più assistenza burocratica amministrativa nelle loro attività. Ri.Ca.

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