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«Tentato omicidio a Leonforte»: resta in cella Monzù

Il gip di Nicosia ha convalidato l'arresto, effettuato dagli agenti del commissario capo Salvatore Tognolosi. All'udienza, che si è svolta domenica mattina al carcere di Nicosia, Monzù si è presentato difeso dall'avvocato Ones Benintende

LEONFORTE. Resta in carcere Maurizio Monzù, il trentanovenne arrestato dalla polizia per tentato omicidio, accusato di aver sferrato una coltellata all'addome del fratello maggiore, reo ai suoi occhi di aver dato ospitalità a una giovane, che prima viveva assieme a lui. Il gip di Nicosia ha convalidato l'arresto, effettuato dagli agenti del commissario capo Salvatore Tognolosi. All'udienza, che si è svolta domenica mattina al carcere di Nicosia, Monzù si è presentato difeso dall'avvocato Ones Benintende. E si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non si conosce ancora quale sia la misura cautelare disposta, ma Monzù per il momento resta in prigione. L'episodio risale alla notte fra giovedì e venerdì in piazza Quattro Novembre. Monzù è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di un coltello da macellaio. Il ferito è stato dichiarato quasi subito fuori pericolo, ma, se la coltellata avesse colpito organi vitali, avrebbe rischiato grosso. I poliziotti, intervenuti rispondendo a una segnalazione, hanno subito individuato il sospetto. Secondo la giovane, lui si è avvicinato, li ha insultati entrambi e poi ha litigato con il fratello. I due uomini avrebbero avuto una colluttazione, nel corso della quale erano caduti a terra. Poi Maurizio avrebbe estratto il coltello per colpirlo. Altri presenti hanno soccorso il ferito, portandolo in ospedale. Il coltello è stato trovato dal maresciallo capo della Guardia di Finanza di Caltanissetta Ignazio Forno, leonfortese, sottufficiale del nucleo di polizia tributaria nissena, libero dal servizio, mentre tornava a casa.

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