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Piazza, oltre 4 milioni di debiti con l’Ato: rischio dissesto

Il consiglio dovrà essere convocato entro 30 giorni per adottare le misure che salvaguardino gli equilibri di bilancio

PIAZZA ARMERINA. Il Comune rischia concretamente il dissesto finanziario, dopo la diffida dell'assessorato regionale all'Energia a pagare entro cinque giorni 4 milioni e 391 mila euro di debiti all'Ato Rifiuti. Il ragioniere capo Alfonso Catalano lo ha scritto in una lunga e preoccupante nota inviata al sindaco Carmelo Nigrelli, al presidente del consiglio comunale Giuseppe Venezia e alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Diffida rigettata dal sindaco Nigrelli, il quale nel frattempo ha scritto all'assessorato regionale riservandosi «di procedere per vie legali in sede civile e penali nel caso di ulteriori immotivate richieste di somme» nei confronti del Comune piazzese.

«I presunti crediti vantati dall'Ato in parte sono stati già contestati alla società da questo Comune nel 2010, restituendo la fattura emessa senza che vi siano state dall'Ato ulteriori richieste», scrive il primo cittadino. «Per quanto riguarda presunte fatture da emettere nel 2011, non si comprende a cosa facciano riferimento visto che non esiste alcun Piano d'Ambito, ne alcun piano tecnico-economico condiviso relativo alla città di Piazza che non può fare riferimento che ai costi oggetto di transazione il 17 novembre del 2010», dice Nigrelli. Una situazione «precipitata», come la definisce il ragioniere capo Catalano: «Come è possibile diffidare a pagare una ingentissima somma quando la stessa Regione non effettua i trasferimenti e quando sono scaduti i termini per gli aumenti tariffari?».

Il servizio Economico finanziario dopo la diffida ha chiesto alla Regione un elenco dettagliato dei debiti dei comuni soci e sarebbe arrivato dagli uffici regionali una sorta di estratto conto. Il sindaco Nigrelli conta su una rateizzazione del debito ai comuni e in un finanziamento del debito con fondi regionali. Ma nel frattempo la Ragioneria deve attivare una serie di meccanismi di legge previsti dal Tuel, cioè dal testo unico degli enti locali, quando si riscontra il rischio concreto di uno squilibrio dei conti.

Il consiglio adesso entro trenta giorni dovrà essere convocato e adottare le misure necessarie a salvaguardare gli equilibri di bilancio. Anche se appare chiaro che Piazza guarda verso Palermo, al nuovo governo regionale, con la richiesta di sbrogliare la difficile matassa ed evitare che i comuni dell'ennese possano finire in dissesto. Il ragioniere capo ha anche scritto a tutti i dirigenti dei vari settori affinché ciascuno «possa mettere la massima prudenza nel predisporre gli impegni di spesa» ed ha fatto presente che «apporrà i visti e i pareri richiesti solo per le spese fondamentali»

Un dato è sicuro, i soldi per pagare i debiti accumulati dall'Ato non ci sono. Al 5 novembre 2012 il Comune poteva contare presso il proprio Tesoriere, cioè il Credito Siciliano, su una disponibilità finanziaria di 596 mila euro, un importo appena sufficiente a garantire una mensilità di salario ai lavoratori dell'ente. Anche se con l'approvazione del bilancio la situazione del pagamento degli stipendi non è più a rischio.

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