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Un satellite dell’Fbi può «intercettare» Violeta

Potrebbe svelare quando e dove si è spento definitivamente il telefonino della rumena sparita da fine ottobre: oggi il suo ex dal giudice

ENNA. Un sistema satellitare usato dagli investigatori americani dell'Fbi potrebbe svelare quando e dove si è spento definitivamente il telefonino di Violeta Coreou, la trentacinquenne rumena sparita nel nulla a fine ottobre, per cui è stato arrestato l'ex fidanzato leonfortese, Giuseppe Chiavetta di 43 anni, disoccupato incensurato. Chiavetta è accusato di omicidio e occultamento di cadavere. I carabinieri in queste ore stanno valutando l'opportunità di chiedere l'accertamento scientifico e tecnologico, che potrebbe segnare un nuovo punto di svolta alle indagini. Chiavetta stamattina comparirà di fronte al gip Marco Carbone per la convalida del fermo.

Un fermo di polizia giudiziaria, a ogni modo, può esser fatto solo per un eventuale pericolo di fuga. Pericolo difficile da dimostrare, in particolare per un disoccupato che di rado si allontana da Leonforte. In casi del genere, in passato, spesso i magistrati hanno fatto ricorso al mutamento della custodia, annullando il fermo e emettendo un'ordinanza, qualora ritengano sussistenti anche altre esigenze cautelari (pericolo di inquinamento delle prove o reiterazione del reato) e gravi indizi di colpevolezza. Ma molto dipende anche da quello che dirà stamattina Chiavetta, che per la prima volta sarà sentito da indagato, assistito dai penalisti leonfortesi Ones Benintende e Damiana La Delfa, alla presenza del procuratore Fabio Scavone e del sostituto Fiammetta Modica.

Sinora l'indagato, sentito come persona informata sui fatti dai carabinieri del comando provinciale e della stazione di Leonforte, si è limitato a negare tutto, cadendo anche in contraddizione rispetto a ciò che emergeva dall'andamento delle indagini dei carabinieri. Tecnicamente, adesso che è indagato, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. E cruciale sarà anche comprendere esattamente a chi appartenga il sangue trovato all'interno della sua macchina. Poi gli esperti del servizio di investigazioni scientifiche del nucleo investigativo dei carabinieri di Enna, che hanno lavorato con i Ris di Messina all'analisi dei reperti, dovranno comparare il dna con quello rinvenuto negli indumenti di Violeta. Infine c'è l'accertamento tecnologico sul telefonino. Una rilevazione satellitare potrebbe essere in grado di dire quando e dove è stato spento, con un'approssimazione sufficiente a togliere ogni dubbio circa il fatto che ciò sia avvenuto a Leonforte. Tra l'altro il telefonino di Violeta, questo sarebbe già stato accertato, avrebbe agganciato un ripetitore di Leonforte a fine ottobre, quando si allontanò da Catania per andare in Romania e avrebbe deciso, secondo quanto sostengono i carabinieri, di passare a far visita a Chiavetta. Il movente, stando sempre alla tesi investigativa, sarebbe la gelosia. Se poi questo l'abbia trasformato in assassino, solo le indagini potranno rivelarlo. Anche perché, sinora, non è stato trovato il corpo.

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