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Scoppia il caso delle nomine: sul Gal è scontro in consiglio

C’è in atto l’impegno di ridurre i componenti del Cda da 11 a 5

ENNA. Ai margini della seduta di consiglio provinciale di mercoledì sera c'è stato spazio per una polemica che tocca il consorzio Gal Rocca di Cerere, nel cui consiglio di amministrazione la Provincia indica due componenti. Oggi il presidente in carica è Giuseppe Artimagnella, indicato dal presidente Giuseppe Monaco in quota Mpa. Qualche giorno fa nella riunione del cda si è presentato l'assessore all'Ambiente Giuseppe Amato quale delegato del presidente Monaco. E nel corso del suo intervento avrebbe comunicato che i nuovi componenti indicati dalla Provincia sono, lo stesso Amato e Castrogiovanni di Nicosia. Non solo ma l'assessore designato dovrebbe ricoprire anche la carica di presidente. Parole che hanno lasciato a bocca aperta Artimagnella non avendo nessuna notizia del cambio. Il giorno dopo la rabbia non era ancora sopita: «È stata una carognata - dice il presidente del Gal - sia dal punto di vista umano che politico». Lo stesso Artimagnella è in atto impegnato a ridurre i componenti del Cda del consorzio da 11 a 5. La cosa è stata ripresa con veemenza in consiglio dove Alfredo Colianni, che a giorni rientrerà ufficialmente nel gruppo dell'Mpa, ha parlato di «imboscata politica». Il provvedimento di nomina di Amato e Castrogiovanni dovrebbe essere pronto in questi giorni. Colianni poi ha continuato a commentare la vicenda: «A questo punto tutti i sindaci dell'Mpa dentro il Gal si devono tirare fuori». Come detto però l'atto formale con era stato preparato: «Probabilmente perché c'è incompatibilità tra assessore e altri incarichi». Quindi Amato dovrebbe dimettersi. Colianni offre un'altra lettura: «Dal primo gennaio il presidente Monaco deve ridurre il numero degli assessori e i suoi tecnici li sta piazzando. E già successo con Geppina Savoca nominata nel Comitato tecnico scientifico. Comunque è un fatto politico grave». Intanto il presidente del consiglio provinciale Massimo Greco sposta lo sguardo più in là, verso il 2013: «Per il territorio c'è il rischio della desertificazione istituzionale». Il progetto del ministro dell'Interno Cancellieri potrebbe portare la soppressione della Prefettura e della Questura. In questo quadro «il nuovo anno sarà decisivo per stabilire le sorti della Provincia e a caduta, degli uffici statali». Un pericolo reale perché il ministero ha già previsto che «nelle Province accorpate sarà presente un Ufficio presidiario di pubblica sicurezza e non più l'attuale Questura. La Prefettura sarà scalzata da un Presidio di Governo». Insomma niente più prefetto e Questore.

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