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Truffa alla Regione, chiesti due anni per un ex deputato

L’Ato ambiente avrebbe incamerato indebitamente 9 milioni

ENNA. Il procuratore Calogero Ferrotti ha chiesto una condanna a due anni di reclusione e mille euro di multa per Salvatore Termine, ex deputato regionale del Pd, l’unico – fra i ventidue vecchi amministratori imputati nell’inchiesta sulla presunta truffa alla Regione dell'Ato rifiuti ennese – ad aver chiesto il rito abbreviato. Secondo Ferrotti, che sostiene l'accusa dinanzi al gup, il denaro che fu usato per assicurare al territorio ennese il servizio di igiene ambientale, poco meno di 9 milioni, sarebbe entrato nelle casse dell'Ato indebitamente: da qui la presunta truffa ai danni della Regione, che stanziò i soldi dal cosiddetto “fondo di rotazione”. Il procuratore ieri mattina ha svolto la sua requisitoria di fronte al gup Massimiliano De Simone, concludendo con la richiesta di condanna. Nel dettaglio la richiesta – su cui deciderà il gup il prossimo 25 gennaio, giorno in cui si chiuderà anche l’udienza preliminare per gli altri indagati – riguarda l’ipotesi di truffa e un’imputazione di false comunicazioni sociali: per Termine dunque cade definitivamente l’ipotesi di falso in bilancio. Il 25 gennaio, come detto, si definirà il giudizio abbreviato, così come anche l’udienza a carico degli altri ventuno indagati. Termine è difeso dagli avvocati Patrizia Di Mattia e Fulvio Licari, che terranno la propria arringa nel corso della prossima udienza, in programma per l’appunto venerdì 25. L’ex deputato regionale è imputato in veste di amministratore della società Enna Euno, al pari di altri componenti di quel cda di politici, che fu presieduto dal senatore Mirello Crisafulli e di cui facevano parte anche il deputato Ugo Grimaldi e gli ex parlamentari regionali Elio Galvagno e Carmelo Tumino. Questi ultimi quattro, a cui è contestata la stessa ipotesi di truffa, non hanno chiesto il giudizio abbreviato. Il 25 si deciderà il possibile rinvio a giudizio o proscioglimento per loro quattro e per altri 17 ex amministratori, accusati a vario titolo di falso in bilancio o false comunicazioni societarie. I deputati, si ricorda, in quel periodo – era il 2006, nel bel mezzo di una delle peggiori emergenze rifiuti degli ultimi anni – erano subentrati ai precedenti amministratori per dare slancio alla società e farle ottenere credito: nel loro mandato c'era, tra l’altro, l'accesso al fondo di rotazione, chance che era stata chiesta a gran voce nel corso della stessa assemblea dei sindaci.

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