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«Raggirarono anziani a Barrafranca» In tre condannati a 7 anni di carcere

Il giudice monocratico ha ritenuto colpevoli un siracusano e due netine per alcuni colpi avvenuti nel 2007

BARRAFRANCA. In due occasioni tre siracusani sarebbero venuti in paese in cerca di anziani soli da derubare, spacciandosi per dipendenti dell’Inps o funzionari dell’azienda sanitaria. Dopo aver carpito la loro fiducia, si sarebbero impossessati di soldi, buoni fruttiferi e libretti postali. Ieri il giudice monocratico Vittorio Giuseppe La Placa ha condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione e 650 euro di multa Gaetano Fiaschè, siracusano di 42 anni; a 2 anni e 3 mesi di reclusione e 600 euro di multa Grazia Spicuzza, 43 anni di Noto; e a 2 anni e 2 mesi di reclusione e 550 euro di multa Fortunata Fiaschè, residente anch’ella a Noto. I fatti risalgono a maggio e giugno del 2007. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Junio Celesti e Francesco Marziano. Il giudice ha condannato i tre anche al risarcimento dei danni a un anziano, che si è costituito parte civile, assistito dagli avvocati Gaetano Giunta e Maria Mursia.

Fra novanta giorni saranno note le motivazioni della sentenza, poi inizieranno a decorrere i termini per eventuali ricorsi in appello da parte delle difese. Tre i casi contestati agli imputati. Gaetano Fiaschè e la Spicuzza in un primo caso, il 31 maggio 2007, sarebbero andato a casa di una settantaquattrenne. La seconda si sarebbe spacciata per tale “dottoressa Bevilacqua” dell’azienda Usl di Enna, chiedendo insistentemente alla donna di entrare a casa al fine, secondo la Procura, di impossessarsi di soldi e oggetti di valore. I due però desistettero all’arrivo del figlio dell’anziana, che entrò da un ingresso secondario. Gaetano e Fortunata Fiaschè, assieme, sarebbero entrati a casa di una coppia di anziani, lui 78 anni e lei 64. Fortunata si sarebbe spacciata per incaricata dell’Inps addetta all’assistenza di persone anziane e alle indennità di accompagnamento. E così, una volta dentro – dopo aver visto dove l’anziano teneva i soldi, chiedendogli di mostrare una banconota per “rilevarne i numeri di serie” – avrebbero rubato 7 mila euro in contanti e buoni fruttiferi postali, dell’ammontare complessivo di 37 milioni di lire. Dopo meno di tre settimane, il 19 giugno, Fiaschè e la Spicuzza sarebbero tornati in paese. Sarebbero andati a casa di una coppia di anziani, di 85 e 83 anni. Grazia Spicuzza si sarebbe spacciata ancora una volta per addetta dell’Inps, per “l’assistenza alle persone anziane” – una figura che non esiste, anzi più volte l’ente ha sottolineato come l’istituto non manda nessuno a casa della gente, cosa che ha precisato anche l’Asp – e così i due si sarebbero impossessati di 850 euro in contanti, oggetti in oro, libretti di risparmio e buoni fruttiferi. Anche qui avrebbero chiesto all’anziano di tirare fuori una banconota, stavolta per “allegarla” a un modulo. I tre sono stati condannati anche per concorso in sostituzione di persona, per le false generalità assunte dalle donne durante i furti e il tentato furto.

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