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Gli esuberi di "AcquaEnna": si spacca il fronte sindacale

Secco «no» all’accordo per stipulare i "contratti di solidarietà"

ENNA. È spaccato il fronte sindacale dentro AcquaEnna. Cisl e Uil hanno firmato un accordo con l'azienda per la ristrutturazione del personale, la Cgil, prima ha sottoscritto un preaccordo, e poi si è tirata fuori. Considerato che le trattative non avevano preso una piega condivisa dagli iscritti. Non solo ma dopo la firma del preaccordo oltre 50 lavoratori su 120 firmarono una nota contestando la sottoscrizione del documento. Mercoledì sera si è tenuta alla Cgil una riunione con i lavoratori alla quale sono intervenuti anche molti di non iscritti. Il malessere è evidente. Non viene per nulla condiviso l'accordo che dovrebbe portare alla stipula dei contratti di solidarietà, l'applicazione di un unico contratto quando oggi invece dentro l'azienda esiste una selva di tipologie di retribuzioni.

Di converso Cisl e Uil mettono sul piatto di aver firmato l'unico accordo possibile in questo momento che non licenzia neanche un lavoratore. Infatti bisogna sottolineare che l'azienda iniziando le trattative pose sul tavolo 43 esuberi su un organico di circa 120 unità. Lo stato di crisi uscirebbe fuori dalla scarsa vendita del servizio e dalle lentezze della Regione a finanziare le opere. In particolare va segnalato che AcquaEnna aveva stimato la fatturazione all'utenza per circa 15 milioni di metri cubi l'anno. A consuntivo ne sono stati venduti solo 8 milioni. Cisl e Uil parlano di marcia indietro della Cgil sottolineando che la firma sull'accordo era stata posta dai rappresentanti di tutti e tre i sindacati.

Dalla Cgil due precisazioni la firma era stata posta solo in una preintesa. Dopodichè sarebbe sbagliato parlare di abbandono del tavolo delle trattative perché questo sindacato ha risposto all'invito finale comunicando che non sarebbe stato presente. Nella riunione di mercoledì sera vari lavoratori hanno definito addirittura imbarazzante l'accordo firmato per la riduzione dell'orario di lavoro e delle retribuzioni. Ma anche perché non verrebbero riconosciuti alcuni diritti maturati in altre aziende. Questo è il risultato della mancata definizione nel tempo del passaggio con la mancata firma da parte del presidente della Regione nel relativo decreto. Infatti dentro AcquaEnna dovranno essere armonizzati posizioni contrattuali diverse: Asen, Siciliambiente, Cogen, General Montaggi, vari Comuni e acquedotti. Insomma una vertenza che non si è conclusa con la firma dell'accordo ma che anzi si va ad inasprire. Adesso c'è la necessità di portare l’accordo all'approvazione o meno dei lavoratori considerato che oltre la metà non aderisce a sindacati. P.D.M.

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