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Chiude il centro per disabili mentali: in quattordici senza assistenza

I responsabili del centro diurno: «L'amministrazione comunale non ha mai contribuito, paghi almeno il 50%»

PIAZZA ARMERINA. Chiude il centro diurno per disabili psichici di contrada Bellia gestito dal Csr-Aias e rischia di non riaprire più per mancanza di fondi. Per i 14 ragazzi portatori di handicap e per le famiglie un brutto colpo che potrebbe portare all'apertura di un pesante fronte di proteste. Il responsabile del centro diurno piazzese, Lorenzo Naso, lancia un appello al Comune, ma anche un monito molto forte: «L'amministrazione comunale non ha mai contribuito al servizio che costa circa 70 mila euro l'anno, il 2013 potrà essere attivato solo se le casse comunali faranno la loro parte, almeno questa volta, pagando il 50 per cento dei costi, in caso contrario si assumerà una grave responsabilità", dice Naso. Ma cosa è successo? I disabili venivano impegnati da personale specializzato in attività ricreative e di laboratorio ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 16. Il centro diurno costa circa 70 mila euro l'anno: il 50 per cento, 35 mila euro, di solito è a carico delle casse provinciali, un altro 10 per cento pesa sul bilancio del comune di Aidone, mentre il restante 40 per cento viene assunto dal Csr, il centro siciliano di riabilitazione. La Provincia, però, nei giorni scorsi ha fatto sapere nel corso di una riunione di non essere in grado di assicurare la copertura finanziaria per il trascorso 2012, finanziato solo in minima parte (si parla di un 15 per cento). La conseguenza? Il Csr dovrà coprire su Piazza un buco di 30 mila euro per il 2012. "Per questo chiediamo che per il 2013 il comune armerino possa coprire il 50 per cento dei costi, del resto negli altri comuni dell'ennese la metà circa dei costi vien finanziata proprio dall'ente locale", ricorda Naso. Dal Comune fanno sapere che l'ente fornisce già l'uso di locali comunali per la sede e garantisce il trasporto dei disabili. "I locali sono privi di manutenzione straordinaria, mentre il trasporto erogato è un servizio precario", precisano dall'Aias. "Siamo stati esclusi dai Piani di Zona con questa amministrazione, dicono che non ci sono fondi sufficienti per tutti, è vero, ma dico che è questione di scelte che sono state fatte in fase di stesura dei Piani, quando hanno dato priorità ad altri servizi gestiti da cooperative rappresentate nei tavoli tematici da consiglieri comunali, escludendo i servizi dell'Aias e dell'Agedi", conclude Naso. In mancanza di risposte non vengono escluse azioni di protesta eclatanti, come quella che qualche anno fa portò tutti i disabili a sorpresa al palazzo comunale.  

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