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Itria, le sonde nel sottosuolo in cerca del tallone d’Achille

L’obiettivo è individuare le ragioni del cedimento statico di una parte di un muro laterale nel dicembre del 2007

PIAZZA ARMERINA. Il crollo dell'Itria potrebbe avere presto una risposta. Parte il piano di indagini geologiche nel sottosuolo della chiesa di Santa Maria dell'Itria con l'obiettivo di individuare le ragioni del cedimento statico di una parte del paramento murario laterale nel dicembre del 2007.

Verranno effettuati nei prossimi giorni alcuni lavori di scavo dell'area sottostante la via Itria, anche attraverso il prelievo di campioni da studiare con alcuni carotaggi effettuati in profondità. Si scaverà fino a trovare lo strato più stabile e solido sotto l'edificio e si darà uno sguardo anche alla condotta fognaria sottostante e alle aree di terreno vicine. Sarà un team di tecnici ad effettuare, senza alcuna parcella, il lavoro di studio di carattere geologico. Ne fanno parte Mauro Mirci, capo della Protezione civile comunale, Gianvito Graziano, presidente dell'ordine nazionale dei geologi, e Silvio Gangitano, dirigente del servizio Idrogeologico della Protezione civile regionale, sezione provinciale di Enna. Gli stessi tecnici proprio il 5 febbraio scorso avevano effettuato un sopralluogo sul luogo del crollo, in via Itria, accompagnati dal responsabile del settore Beni culturali della Diocesi di Piazza Armerina. Per poi fare il punto della situazione nel corso di un incontro alla Sala delle Luci del palazzo comunale. E qui è stato pianificato il piano di indagine per scoprire cosa sia successo quel fine dicembre del 2007, quando un forte tonfo notturno scosse il quartiere Canali, per fortuna senza provocare feriti.

«La nostra indagine preliminare geologica sarà fondamentale per la progettazione del consolidamento e ristrutturazione dell'edificio di culto», spiega Mirci. Saranno i tecnici della Soprintendenza di Enna a mettere nero su bianco il recupero della chiesa. La Curia aveva chiesto da anni di conoscere le cause del crollo, senza ricevere risposte. Eppure i carotaggi accanto alla chiesa e le videoispezioni sul canalone fognario che scorre accanto all'edificio vennero fatte cinque anni, in parte anche in possesso dell'ufficio Tecnico comunale a quanto pare. Ma non sarebbero mai emerse spiegazioni ufficiali sulle cause del cedimento statico. Cause che vanno individuate e rimosse prima di ricostruire il paramento murario crollato per evitare altri episodi simili. Per rimettere in piedi il muro serviranno circa 1 milione e 800 mila euro, fondi che la Curia conta di poter recuperare attraverso il ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana vinto dalla Parrocchia proprio in quei giorni tragici. Ad oggi non ci sono decreti di finanziamento, ma solo impegni a parole legati a quel contenzioso vinto dalla Diocesi. Ma l'avvio della progettazione viene considerato un passo decisivo proprio per mettere in moto la macchina amministrativa che dovrà portare al recupero della chiesa.  

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