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Pochi manifesti e niente porta a porta: spariscono i comizi dell’ultima ora

Il sistema di voto senza preferenze ha cambiato di netto anche il modo di fare campagna elettorale

ENNA. Il sistema di voto senza preferenze ha cambiato di netto anche il modo di fare campagna elettorale. Niente file nelle tipografie, pochi manifesti e porta a porta quasi nullo. E così ritrovi un Pd che organizza la chiusura della campagna elettorale il martedì prima del voto. Impensabile prima quando Dc, Pci e Psi nelle piazze il venerdì notte si contendevano l'ultima parola nei comizi. Martedì sera il senatore Mirello Crisafulli, al Sixty four rooms di Enna bassa, mentre attendeva l'arrivo del capolista al Senato Corradino Mineo raccontava che in una delle ultime campagne elettorali dopo aver comiziato ad Enna con Massimo D'Alema alle 23 lo portò a Leonforte dove trovò ad attenderlo un mare di folla: «D'Alema rimase stupito». Ma erano altri tempi, altre campagne elettorali. Oggi domina la tv, internet, la rete e i contatti personali sono sempre più rari. Martedì è stato dedicato da Mineo ad un mini tour per la provincia con una capatina a Caltagirone. Prima di Enna, tappa a Piazza Armerina ed Aidone. Prima un passaggio del candidato alla Camera Maria Greco: «Queste sono elezioni fondamentali per il paese. È il bivio del nostro futuro». Primo argomento da affrontare per Mineo e Crisafulli, il taglio delle candidature e la decisione della commissione di garanzia. Mineo non ha contestato l'opportunità della decisione ma ha dato atto a Crisafulli che le accuse erano «strumentali e che lui si è dimostrato un vero politico. Non si è ritirato nell'Aventino ma si è impegnato più di prima». Il leader del partito ennese non è di certo uno che si tira indietro ma nello scontro ci naviga e anche questa volta non si è smentito. «L'impresentabilità - dice Crisafulli - non mi appartiene. Se così fosse tutti coloro che sono qui non sarebbero venuti». E c'è voluto poco che per gli applausi degli oltre 400 presenti venissero giù le pareti. Poi ha continuato: «Non è in ballo la candidatura. Non ci sto alla logica di un partito che si piega alle campagne di certa stampa. Con il Pci, ma anche con Dc e Psi, queste cose non sarebbero mai avvenute». E dentro la sala tutti con Crisafulli e contro una logica di partito che li ha espropriati di una scelta. Corradino Mineo ha cercato una via d'uscita: «Ne usciamo con una nuova legge elettorale, preferenza e doppio turno». Crisafulli: «Per me va bene tutto anche il sorteggio, basta che non si cambi tutto dopo». Mineo ha poi ribadito che la lotta alla mafia non si fa «con la carta bollata». Parlando delle sue origini siciliane ha raccontato di avere una lontana parentela con il senatore del Pdl D'Ali, tante chiacchiere sulla sua candidatura. Ha raccontato anche che la famiglia D'Alì aveva campiere «il papà della primula rossa della mafia Messina Denaro».  

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