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Magistrati, "salvato" l’organico

Dietrofront del ministro Severino che ha anticipato il parere negativo del Csm. Ma prosegue la protesta degli avvocati fino a martedì

ENNA. Non saranno tagliati gli organici del Tribunale, ma resta fortissimo il problema della carenza di magistrati. La protesta degli avvocati, che hanno anticipato i tempi rispetto a tutti gli ordini forensi del Paese e si astengono dalle udienze per protesta da lunedì scorso, e la mobilitazione congiunta del consiglio giudiziario del Distretto di Caltanissetta e del consiglio provinciale di Enna sembrano aver ottenuto un primo risultato: non saranno tagliati i giudici e i pm in organico al Tribunale. Il ministro guardasigilli Paola Severino ha sospeso la proposta di revisione delle piante organiche dei tribunali, che prevedeva proprio a Enna, come ha spiegato il procuratore Calogero Ferrotti, i tagli percentualmente più alti di tutta Italia.

Potrebbe avviarsi a soluzione l’emergenza-organico, ma resta, in tutta la sua problematicità, la questione legata alla scopertura dei posti di giudice: a Enna dovrebbero esserci 11 giudici (presidente compreso), mentre attualmente sono 7, entro maggio il numero scenderà a 5, ha spiegato il presidente del Tribunale Giuseppe Ferreri; e entro la fine del 2013, secondo le previsioni degli avvocati, si arriverà addirittura a 4 soli giudici in servizio. Per questo continua l’astensione dalle udienze degli avvocati, stabilita dall’assemblea dell’Ordine di Enna. Sono già stati rinviati più di 800 fra processi, cause civili e procedure di vario tipo.

La mobilitazione contro la revisione delle piante organiche, pochi giorni fa, aveva visto la piena condivisione del presidente dell’Anm distrettuale Giovanbattista Tona, che aveva ipotizzato un’azione congiunta di tutte le istituzioni. «Si va avanti secondo le modalità previste dalla protesta – afferma il presidente dell’Ordine Giuseppe Spampinato – cioè fino a martedì. Poi ci sarà un aggiornamento il 4 marzo. Apprendiamo con favore la decisione del ministro Severino, perché rappresenta una prima risposta positiva alla protesta che è partita da Enna e che si è rapidamente diffusa in tutta la Sicilia e nel resto d’Italia». L’astensione dalle udienze a Enna è stata proclamata il 5 febbraio. La decisione del ministro Severino, per la verità, sarebbe stata provocata dalla paventata bocciatura da parte del Csm. L’organo di autogoverno delle toghe si preparava a dire no, nel suo parere non vincolante, al piano.

«Noi continueremo ad insistere con il Csm e il ministro della Giustizia affinché si attuino delle applicazioni urgenti di magistrati a Enna – prosegue Spampinato –. Lo faremo in due direzioni: attraverso mezzi urgenti, cioè le applicazioni extradistrettuali e la dichiarazione di Enna sede disagiata; e con gli strumenti ordinari, cioè destinando d’ufficio a Enna i magistrati vincitori dell’ultimo concorso».

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