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Leonforte, ospedale sempre più vuoto Levata di scudi contro i tagli

È riferimento per un circondario di 40 mila persone: l’ultimo atto l’abolizione del Pronto soccorso

LEONFORTE. Dopo la chiusura notturna del Pronto soccorso, è fermento attorno all'ospedale Ferro Branciforti Capra. Il sindaco di Nissoria Armando Glorioso parla di vera e propria "emergenza" e scrive al prefetto Clara Minerva, chiedendo di intervenire per evitare «l'ennesimo furto da parte della Regione siciliana». E il primo cittadino di Leonforte Giuseppe Bonanno chiede al commissario dell'Asp Giuseppe Termine di riferire in conferenza dei sindaci. C'è preoccupazione attorno all'ospedale, sede di riferimento per un circondario di 40 mila persone: la chiusura notturna per mancanza di anestesisti del Pronto soccorso, si ricorda, viene dopo la trasformazione dei reparti di Ginecologia e Ostetricia in servizi ambulatoriali, e la mancata sostituzione, negli anni, di ben otto primari.

«Eccellenza - scrive Glorioso al Prefetto - le chiediamo, quale rappresentante del Governo, al fine di tutelare i diritti fondamentali alla salute sanciti dalla nostra Costituzione e che lo Stato deve assicurare a tutti i suoi cittadini, di porgere ascolto a questo nostro grido e di veicolare le nostre istanze nelle giuste sedi, onde evitare di subire l'ennesimo furto da parte della Regione siciliana evidentemente in contrasto con lo spirito costituzionale». Sostanzialmente il sindaco di Nissoria evidenzia l'importanza di quattro punti di partenza per l'ospedale: «Potenziamento del pronto soccorso, centro di riabilitazione, pista e servizio di elisoccorso e presenza stabile di anestesisti».
Il sindaco Bonanno, dal canto suo, precisa che in questo momento c'è tanta confusione, e tutto viene «amplificato dal clima di depressione generale».

«Il commissario venga in assemblea dei sindaci a dirci quale idea di sanità ha per la provincia di Enna - dice Bonanno -. Per ora non c'è niente di ufficiale sono solo ipotesi che fanno filtrare per creare terrorismo psicologico, che fa allarmare tutti. Dunque siamo allarmati. Noi ci opporremo a chiunque tenti di toccare il nostro ospedale».

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