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L’irruzione della Multiservizi, la polizia media la protesta

ENNA. Lunedì sera a conclusione dei turbolenti lavori del consiglio comunale è partita la trattativa tra gli ex lavoratori della Multiservizi e la Polizia.
La Digos ha tentato di non far occupare l'aula ma vista la risolutezza e l'esasperazione dei lavoratori è stata trovata una mediazione. Una ristretta delegazione ha potuto stazionare tutta la notte dentro il consiglio in attesa che l'indomani ricomincassero i lavori consiliari.
I lavoratori sanno che hanno in mano l'ultima carta e non è neppure un "carico" da giocare e quindi in queste ore sono decisi al tutto per tutto. Sono circa cento provenienti da ogni Comune dell'ennese e ribadiscono in ogni salsa: «Non vogliamo la cassa integrazione vogliamo un futuro lavorativo per noi e le nostre famiglie».
Mettono davanti ad ogni cosa la loro dignità di «uomini e lavoratori». Sanno anche che ormai la Provincia «può far ben poca cosa».
E infatti Giovanni Barrile dice risoluto: «Noi resteremo qui dentro fino a quando non si presenterà qualcuno della Regione che ci possa dare una risposta». La loro è una situazione paradossale la Multi servizi è in scioglimento ma loro dal primo gennaio non prendono neppure la cassa integrazione.
Non solo ma dei loro trattamenti di fine rapporto neppure l'ombra. Diceva una ex addetta: «So che mi dovrebbero dare 24 mila euro ma chi me li darà non si sa». E anche sulla Cig c'è un retroscena. Non viene autorizzata perché la Multiservizi è ritenuta una società pubblica.
La Provincia invece sostiene che è una società mista: pubblica-privata. Ma chi ne paga le conseguenze sono i 100 lavoratori senza un soldo in tasca e senza un futuro.
Alla Regione l'ultima parola, la Provincia come afferma il presidente Giuseppe Monaco non ha più neppure i soldi per pagare i dipendenti. Ha già comunicato di essere nell'impossibilità di varare il bilancio di previsione 2013 e a fine maggio c'è la fine del mandato e poi l'arrivo di un commissario straordinario nominato dalla Regione.

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