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Enna, Pediatria a corto di personale: mobilità temporanea all’Umberto I

Trasporto neonatale: pronte attrezzature, ma niente sanitari

ENNA. Si cambia piano, ma il problema resta sempre lo stesso all'Umberto I di Enna: c’è carenza cronica di     personale medico e soprattutto infermieristico. A mettere l'accento sui disservizi che accadono nei reparti     di Pediatria e Utin la terapia intensiva neonatale, sono proprio le mamme che trascorrono molto del loro     tempo in quei corridoi per accudire i loro pargoli. «I bambini hanno bisogno di più attenzioni degli adulti -     dice una madre con tono rammaricato - ma gli animi del personale sono esasperati (fanno doppi turni) e a     volte prima che un infermiere risponda passano molti minuti». Qualche settimana fa si era perfino     vociferato di una chiusura del reparto ma la notizia è stata subito smentita. L’'unità operativa è nel pieno     delle sue funzioni (per lo meno quelle possibili), ci sono dieci posti letto e sette sono occupati, continuano il     day hospital diagnostico e le attività ambulatoriali. Ma si potrebbero e dovrebbero fornire altri servizi quali     ad esempio i controlli post dimissioni oppure le ecografie alle anche dei piccoli pazienti. In pediatria     attualmente ci sono tre medici in servizio mentre all'Utin sei (sulla carta sarebbero otto), e se si avviasse il     servizio di trasporto neonatale (dei bambini patologici e non) ne servirebbero almeno nove. A proposito di     quest'ultimo, perché a Enna non è attuabile? Un servizio importante e richiesto come il trasporto     neonatale, non può essere avviato a causa dell'insufficiente numero di medici appunto e pensare che il     nosocomio ennese abbia già ottenuto i finanziamenti, circa 500 mila euro (come si apprende da fonti     regionali). Ci sono i macchinari, degli accordi vociferati con l'ospedale nisseno, che metterebbe a     disposizione di quello ennese l'incubatrice per il trasporto, ma niente medici e personale niente servizio.     Sembra un paradosso, in questi tempi di spending review, avere le attrezzature (e i fondi per acquistarle) e     difettare di personale. Anche in questo caso il bacino d'utenza è piuttosto vasto giungono dal nisseno,     dall'agrigentino e anche dal catanese oltre che dalla provincia. Per sopperire a questa carenza, come si     apprende da fonti sindacali, si è avviata la mobilità d'urgenza (che non può supera il limite massimo di un     mese), che dovrebbe fare affluire il personale del Chiello nel presidio ennese.

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