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Catenanuova, si ritrova on line su sito porno: multa della polizia, ma è truffa

La donna si è sentita rassicurare: si tratta di un potente virus che nulla ha a che fare con le forze dell’ordine

CATENANUOVA. Si siede davanti al computer per eseguire un lavoro collegato alla sua professione d’insegnante, ma le compare una schermata con la sua immagine ritratta in foto e una nota, direttamente della Polizia di Stato, in cui la si informa che essendosi collegata con un sito porno sarà soggetta a controlli e denuncia. A meno che non paghi immediatamente una multa di 100 euro. E i «fantomatici» poliziotti danno pure tutte le indicazioni e anche il numero di conto corrente su cui effettuare il versamento, e quindi evitare il peggio. L’episodio è vero. Il tentativo di truffa anche. Naturalmente la Polizia di Stato non ha nulla a che vedere con ciò, ma si tratta di persone che stanno tentando una truffa e si spacciano per organi accreditati. In verità questo descritto è l’ultimo episodio denunciato alla Polizia di stato di una serie interminabile. Così, capita, che ancora qualcuno ci sia cascato e sia andato a pagare la multa. In questo caso preciso, la vittima, invece, una catenanuovese, sicura di non essere andata su alcun sito on line con tema pornografico, ha chiamato la Polizia per denunciare l’accaduto. Dalla Polizia si è sentita rassicurare: si tratta di un potente virus che nulla ha a che fare con le forze dell’ordine. Capita, insomma, che le trappole on line siano sempre più sofisticate e nuovi e imprevedibili truffatori siano costantemente in agguato con nuovissimi e all’avanguardia sistemi che inducono chi è collegato ad un computer in errore. «Recentemente sempre più numerosi utenti nel corso della navigazione in internet vedono aprirsi automaticamente una schermata video di avviso apparentemente riconducibile ad organi istituzionali (polizia di stato, guardia di finanza, polizia penitenziaria etc.) la schermata di solito fa riferimento a presunte "attività illegali" commesse dall'utente, richiedono per questo il pagamento immediato di una multa di 100 euro (o altre somme), da eseguirsi per via elettronica, per il ripristino dell'intero sistema operativo». Ma attenzione! Si tratta in realtà di un codice malevolo, di un virus, installatosi nel sistema operativo», spiega il vicedirigente della Polizia postale di Palermo, Francesco Re. Uno dei due in Sicilia Dipartimenti dove è possibile chiamare per segnalare truffe di questo tipo; l’altro è Catania. «Ad oggi si contano diverse varianti del virus, in gergo definito ransomware che possono essere facilmente eliminate. Nel caso in cui le operazioni di rimozione non sortissero risultati, probabilmente si è in presenza di una nuova versione del malfare; è consigliabile pertanto contattare un tecnico informatico. Questi i passaggi da effettuare, qualora si desideri tentare la rimozione in modo autonomo: riavviare il sistema operativo microsoft windows in modalità provvisoria utilizzando il tasto f8, all’avvio, finito di caricare il sistema operativo si va su start, quindi su tutti i programmi, esecuzione automatica, qui dovrebbe trovarsi un file chiamato wpbto. Una volta selezionato si effettua la selezione del tasto maiuscolo e canc per rimuove il file. quindi riavviare il sistema in modalità normale. indispensabile fare eseguire una scansione da un programma antivirus o anti-malware aggiornato» spiega l’ispettore Sottile e Marcello Bella dirigente del Dipartimento di Catania.

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