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Aumento tassa estrazioni, a rischio 200 lavoratori

GAGLIANO CASTELFERRATO. È l'unica città della provincia soggetta a estrazioni, ma adesso sono a rischio duecento posti di lavoro, tra gli operai dei pozzi e i lavoratori dell'indotto, per causa di un articolo della Finanziaria regionale che raddoppia le tasse sulle estrazioni. Questo rischierebbe di far perdere agli imprenditori ogni interesse e convenienza a investire qui. Ora il consiglio comunale presieduto da Aldo La Ferrera ha approvato all'unanimità un documento ufficiale, con cui chiede alla Regione di abrogare l'aumento dell'aliquota al 20 per cento. In sostanza, da Palazzo d'Orleans, hanno aumentato le tasse per le produzioni di idrocarburi. Si tratta di denaro che andrebbe per un terzo alla Regione e due terzi ai comuni, per questo è ancora più importante che sia proprio il Comune di Gagliano a dire di no: i «benefici finanziari» sarebbero infinitamente inferiori alle «ricadute negative». Le società impegnate nelle estrazioni hanno già fatto sapere che sono a rischio investimenti per un miliardo e mezzo di euro. Inoltre Gagliano, se i timori di questi giorni si dovessero concretizzare, perderebbe anche le royalties, l'unica vera opportunità di sviluppo rimasta a un'economia che per il resto è in profonda crisi. Il documento dell'aula è stato trasmesso al presidente della Regione Crocetta, al presidente dell'Ars e alla deputazione ennese. Sul tema è intervenuto il deputato regionale Nello Musumeci, primo firmatario di un'interrogazione all'Ars che è stata letta in aula dal consigliere di maggioranza Francesca Proto. Presenti due deputati regionali, Valeria Sudano e Luca Sammartino, che ha propugnato una «nuova riforma del settore minerario». Presenti anche alcuni sindacalisti, come Tommaso Guarino e Emanuele Gallo della Cisl e Giovanni Suraniti della Uil. «È una situazione molto grave - ha detto il sindaco Salvatore Zappulla, che si è insediato da meno di un mese e già deve fare i conti con un'emergenza assoluta per il paese - prego tutti di sottovalutarla perché questo territorio non può correre il rischio di perdere ulteriori posti di lavoro». In aula erano presenti centinaia di persone. E c'è stato anche chi, come l'avvocato Ciccio Abramo, ha detto di essere pronto a «scendere in piazza e fare le barricate come nel '62, per il bene di Gagliano». J.Tr.

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