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Enna, giro di usura: il processo verso la chiusura

ENNA. Si chiuderà a fine mese, dopo le due richieste di condanna formulate lo scorso giugno dal pm Roberto Condorelli, il processo «Sole Nero». Gli imputati con l'accusa di usura sono l'ennese Michele Cammarata e il leonfortese Giuseppe Fascetto, due dei quattro che furono arrestati, a luglio dell'anno scorso, in una clamorosa inchiesta condotta dagli agenti della squadra mobile. Per gli imputati, come si diceva, il pm ha chiesto due condanne: nel dettaglio ha chiesto 4 anni e 6 mila euro di multa ciascuno, con pena ridotta per la scelta del rito abbreviato. Il processo si celebra dinanzi al gup di Caltanissetta David Salvucci. Il pm tre mesi fa ha dunque svolto la sua requisitoria. Per entrambi gli imputati l'accusa è concorso in usura. E il processo riprenderà a fine settembre, per chiudersi subito dopo le arringhe dei difensori, gli avvocati Giovanni Palermo e Nino Grippaldi. Per Cammarata l'accusa di usura si configurerebbe, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, perché avrebbe fatto da tramite per un prestito fra la presunta vittima, un imprenditore agricolo che vive in provincia di Catania, e Fascetto. Per quest'ultimo invece l'accusa è di aver prestato egli stesso dei soldi. Nel corso degli interrogatori a cui sono stati sottoposti, infatti, i due imputati hanno sempre negato ogni responsabilità. Cammarata ha sottolineato di non aver prestato mai nulla, circostanza di cui è convinta anche l'accusa; ma poi, contrariamente alla tesi investigativa, nega di aver mai messo in contatto nessuno con la vittima. E anche il leonfortese, dal canto suo, ha negato seccamente ogni ipotesi di usura. I due imputati sono stati scarcerati da tempo. E da tempo ha lasciato il carcere anche un terzo coinvolto nell'inchiesta, l'agronomo catanese Giuseppe Torrisi, che nel frattempo ha patteggiato (per concorso in usura). Resta invece in carcere il quarto indagato dell'inchiesta, il villarosano Maurizio Nicosia, difeso dall'avvocato Antonio Impellizzeri.

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