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Piazza, sepolti dalla polvere nel sottoscala 7 candelabri del ’700

PIAZZA ARMERINA. Erano impolverati e abbandonati da anni in un sottoscala della biblioteca comunale, adesso dopo un piccolo intervento di recupero sono stati restituiti agli occhi dei fedeli ed esposti alla chiesa del Carmine del quartiere Casalotto. Sette candelabri del settecento ed un bassorilievo in alabastro dello stesso periodo, quest'ultimo con il tema del cuore trafitto, tornano ad arredare un edificio di culto dopo diversi decenni, forse dopo oltre un secolo. Si trovavano in un angolo della biblioteca "Alceste e Remigio Roccella", il direttore Angelo Mela e padre Antonino Rivoli hanno avuto l'idea di inserirli nel contesto della chiesa del Carmine. Gli arredi sacri recuperati, infatti, non appartengono alla chiesa del Casalotto, ma con molta probabilità fanno parte di quei beni mobili ecclesiastici diventati di proprietà dello Stato alla fine dell'ottocento.

«I beni sono stati consegnati dal Comune in comodato d'uso a padre Rivoli che ne ha subito disposto una pulizia e recupero, l'operazione ha ricevuto il via libera dell'assessore e vicesindaco Giuseppe Mattia che ha appoggiato l'iniziativa», dice il direttore della biblioteca. I sette candelieri, in particolare, posizionati su un altare laterale del Carmine, sembrano per la loro fattura e i colori, almeno agli occhi di un profano, parte integrante dell'altare stesso.

"In effetti danno proprio l'impressione di essere sempre appartenuti all'altare, si tratta di oggetti provenienti da ambienti non molto ricchi, probabilmente un convento, basti vedere la doratura alla base che è presente solo su una metà, quella rivolta ai fedeli", dice padre Rivoli, mentre mostra gli oggetti. Sulla parete opposta della chiesa, invece, è stato sistemato un bassorilievo di pregio, una scultura del XVIII secolo in alabastro nel quale spicca il tema del cuore trafitto da una scheggia, con sopra una fiamma, posizionato sopra una bibbia e con vicino una cintura, tema caro ai frati agostiniani. In pratica si tratta dello stemma con cui l'ordine agostiniano riassume simbolicamente il proprio messaggio: un cuore ferito e un libro aperto, ad indicare il messaggio evangelico entrato in modo prepotente e passionale nella vita di Sant'Agostino nel momento della sua conversione. La presenza della cintura, un altro simbolo dell'ordine agostiniano, è legata all'abito dell'ordine. L'opera potrebbe provenire dalla chiesa di Sant'Anna. «Se fossero rimasti nel sottoscala non avrebbero avuto alcun senso, credo sia opportuno avviare questa fase di recupero progressivo delle tante opere che si trovano depositate nei magazzini», aggiunge padre Rivoli.

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