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Segreteria del Pd di Enna, Crisafulli: «Va di moda Renzi... Accuse perché non sto con lui»

ENNA. "Oggi va di moda Renzi. Vengo attaccato perché non sono con lui". Non si stupisce Mirello Crisafulli, politico di vecchio corso, degli attacchi furiosi che sta ricevendo, a livello nazionale, da quando ha assunto la segreteria provinciale del PD.
Lo bersagliano su tutto, dalla vecchia inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa, per un colloquio con il boss Raffaele Bevilacqua, per cui gli stessi pm della Dda hanno concluso che non c'erano reati e chiesero l'archiviazione; a una successiva indagine, che si chiuse anch'essa con l'archiviazione. Ma per lui c'è una sola regia: la politica. "I renziani in Sicilia mi avevano chiesto i voti, anche se Faraone dice che non è vero e che è disposto a fare un dibattito pubblico - afferma Crisafulli -. Anzi colgo l'occasione per dire che la sede la scelga lui, mi dica quando e dove e lo possiamo fare. Ma magari mi porto qualcuno, così non può dire che sono solo". La scelta di Crisafulli di non sostenere Renzi alla segreteria del Pd ha fatto decollare in provincia i consensi di Cuperlo. Ma Cuperlo ricambia il sostegno? "Perché no, da poco ho parlato con il suo segretario. Poi comunque sono c.... suoi, io non gliel'ho chiesto se lui lo voleva il mio sostegno, né lui me l'ha chiesto, l'ho deciso più per una stizza che per altro. Volevo disinteressarmi, ma tanto burdello hanno fatto che mi hanno portato a decidere". Ha anche dichiarato che l'attaccano perché non è "belloccio" come Renzi. Conferma? "Se si vuole fare una discussione politica, tanto piacere, ma attacchi così gratuiti non me li spiego diversamente: forse Renzi li vuole tutti fighetti, con il giubbotto di pelle, magri, alti. Il partito del bello, il berlusconismo, forse non è più dall'altra parte, ora è da questo lato. Ci sono parecchie similitudini che mi inquietano". In una scala da uno a dieci, Crisafulli aggiunge che gli da fastidio "undici" che si riprenda il caso di Bevilacqua, perché "non c'è niente. Lo hanno scritto - prosegue - l'ex capo della Dda Messineo, l'ex procuratore aggiunto e il sostituto Condorelli". Inoltre nel 2006 il pentito Liborio Di Dio disse che il clan di Cosa Nostra di Enna aveva deciso di colpire Crisafulli, perché non faceva favori al clan. È vero? "È vero", conferma l'avvocato Giovanni Palermo, che siede accanto a Crisafulli. "Quando lo seppi - aggiunge il segretario del PD - diedi copia del verbale a Violante (l'ex presidente della Camera, ndr.), chiedendogli di vedere se ci fossero rischi. Lui non fece atti parlamentari, perché non ho voluto, ma mi disse che forse, i mafiosi di Enna, il vero danno me lo fecero facendomi incontrare Bevilacqua. Disse: "Non devi escludere che quello fu il modo per colpirti".
Io non avevo certo appuntamento con Bevilacqua, quel giorno, non c'è né una telefonata né una frase d'accordo: semplicemente si presentò al congresso della Cgil e mi fermò mentre scendevo dalle scale".

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