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Pedofili e web, a Enna monito di don Di Noto: «Occhio all’uso dei social network»

Il prete ha incontrato studenti in prefettura: «Facebook per comunicare? Meglio faccia a faccia»

ENNA. «In difesa dei diritti dei minori» è il convegno che la prefettura di Clara Minerva in collaborazione con il Kiwanis e l’Ufficio scolastico provinciale hanno organizzato ieri, in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’Infanzia. Ospiti d’onore della mattinata dedicata ai più piccoli - presenti ragazzi, presidi e docenti delle scuole, i rappresentanti di forze dell’ordine, diocesi e Asp - sono stati don Fortunato Di Noto, presidente della nota associazione “Meter onlus” impegnata contro la pedofilia e pedopornografia e il neuropsichiatra infantile Franco Sciuto, primo Garante per l’Infanzia in Sicilia istituito dal comune di Siracusa. «La nostra – ha detto don Di Noto che ieri ha contato 2.646 interventi in convegni sul tema della tutela dei minori – è una società pedofobica. In fondo, gli adulti hanno paura dei bambini o comunque non vedono l’ora che crescano». «Invece – ha continuato il sacerdote che con la onlus da lui stesso fondata oltre 24 anni fa, ha salvato più di 1.200 bambini vittime di abusi o maltrattamenti, ha segnalato più di un milione di siti pedopornografici, ha presentato vari disegni di legge ed è parte civile in vari processi a fianco dei piccoli – ai bambini bisogna riconoscere centralità per far crescere veramente una società. Non a caso, il bambino e soprattutto il bambino web 2.0, sta già diventando oggetto di scontro politico». Come tutti si aspettavano dal suo intervento, don Di Noto ha richiamato più volte l’attenzione dei ragazzi sull’uso consapevole di internet e dei social network. «Perché vi siete registrati su Facebook?», ha chiesto improvvisando un sondaggio dal vivo tra i giovani presenti. «Per passatempo«, ha risposto qualcuno; «per comunicare in modo più facile e accessibile», qualcun altro. «Non si può pensare di comunicare meglio tramite i new media – la risposta di Di Noto ai ragazzi – Imparate a recuperare le relazioni umane vere e non dimenticate che internet è nato come strumento per sopravvivere in caso di guerra. Ciò deve farvi riflettere».
Certamente più tecnica la relazione di Sciuto che ha sollecitato a superare i modelli «adultocentrici» su cui a suo dire si basano la società e gli interventi delle istituzioni a tutela dei minori. «Non dobbiamo lavorare per i bambini – ha detto il Garante per l’infanzia di Siracusa – Ma dobbiamo imparare a lavorare con loro». Nel corso della mattinata sono intervenuti anche Angelo Di Pasquale presidente del Kiwanis, club da sempre impegnato per la sua specifica mission nella difesa dei più piccoli e il provveditore agli studi Raffaele Zarbo. «Tale iniziativa – spiega il prefetto Clara Minerva - si inquadra nell’impegno sinergico che si è avviato da tempo con le istituzioni e con la società civile per la trattazione di tematiche di attualità che investono la protezione dei bambini e degli adolescenti». E qualcuno comincia a parlare della istituzione del “Garante dei diritti dell’infanzia” anche nella comunità ennese.

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