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Gioco d’azzardo a Enna, un giro di oltre 4 milioni l’anno

ENNA. La città di Enna è in vetta alla classifica nazionale della raccolta media per ogni punto di scommesse e giochi in genere: ciascuna delle nove agenzie presenti, in media, raccoglie 550 mila euro l'anno. A divulgare la statistica è Agipronews, l'agenzia di stampa sui giochi a pronostico e scommesse. Il dato, in sé, non significa che si giochi di più a Enna che nel resto d'Italia, perché è evidente che, se anziché nove, le agenzie fossero 20, la raccolta media di ognuna di esse diminuirebbero sensibilmente; ma evidenzia un risvolto da tenere sott'occhio: mediamente tra slot machine, scommesse sportive, videogiochi e corse degli animali (da qualche tempo si scommette anche sulle corse dei cani), a Enna vengono spesi oltre 4 milioni e mezzo di euro. E questo, come detto, grazie al numero non sproporzionato di punti presenti che consente loro di operare con profitto, pone le agenzie ennesi al primo posto in Italia, subito prima di Fermo, nelle Marche, con 510 mila euro per ognuno dei suoi 30 corner. In questa speciale graduatoria, Napoli - che è di gran lunga la Capitale dei giochi d'azzardo quanto a raccolta complessiva, oltre che esserlo storicamente e culturalmente - si colloca solo al settimo posto: a Napoli in media, ogni agenzia, raccoglie 309 mila euro (ma qui le agenzie si trovano mediamente una ogni cento metri). Dopo Enna, così, si trova un'altra piccola città del sud, Isernia, che, in ognuno dei suoi 6 punti, raccoglie in media 385 mila euro. Seguono due città dell'Emilia Romagna, Rimini e Bologna, con una raccolta media di 384 e 326 mila euro. Ma quanto, il fatto che ogni anno in una città piccola come Enna si spendano quasi 5 milioni nelle sale gioco, è sintomo di un malessere sociale? Secondo il dottore Stefano Dell'Aera, responsabile del Sert di Enna, è fondamentale prendere coscienza di un fenomeno: «Le dipendenze da gioco d'azzardo - afferma - in provincia di Enna sono molto più diffuse di quanto non si possa pensare». Secondo il responsabile del Sert c'è una corsa al gioco per i motivi più vari. «Un pò è la crisi economica, che secondo alcuni studi stimola i tentativi della gente di rivolgersi al gioco sperando di fare la vincita che cambia la vita, un pò la pubblicità del gioco che diventa sempre più diffusa - spiega ancora Dell'Aera -. Sta di fatto che il fenomeno ha assunto una dimensione di massa. Chi è il giocatore-tipo? Si va dalla casalinga all'anziana, all'uomo di mezza età che gioca ai videopoker; ai ragazzi che giocano su internet ai casinò on line». Quando il gioco d'azzardo diventa patologia? «Lo si capisce - replica - dalla perdita di controllo su un comportamento: quando diventa polarizzante, si tende sempre a cercare chissà quali nuovi sistemi di gioco, si fanno debiti. La spinta verso il gioco diventa incoercibile e la vita della persona è polarizzata lì, non può più farne a meno». (*jtr*)

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