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"Furto di cavalli per finanziari il clan": chieste tre condanne

ENNA. La Dda di Caltanissetta ha chiesto tre pesanti condanne, a 5 anni di reclusione ciascuno, per un furto di cavalli avvenuto a Enna. Secondo la polizia – che condusse l’inchiesta antimafia Green Line – quel furto, avvenuto in una contrada ennese il 7 giugno 2007, era finalizzato a reperire soldi per Cosa Nostra. Si è svolta ieri mattina, di fronte la Tribunale collegiale di Enna, la requisitoria del pm Roberto Condorelli al processo stralcio dell’inchiesta Green Line, che vede alla sbarra tre persone: sono Santo Galati Massaro, 32 anni di Centuripe, Giuseppe Costanzo Zammataro, trentunenne di Tortorici, in provincia di Messina, e Biagio Savoca, valguarnerese di 59 anni. Si tratta del furto per cui sono già stati condannati altri due imputati, con sentenza passata in giudicato, perché ritenuti i mandanti. Galati Massaro, Costanzo Zammataro e Savoca sono ritenuti gli esecutori materiali del furto. Il pm ieri mattina in aula ha ricostruito le indagini, condotte dagli agenti della squadra mobile di Enna e del commissariato di Leonforte. Il processo poi è stato rinviato dai giudici al 17 marzo, in cui discuteranno i difensori, poi è prevista la sentenza. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Sinuhe Curcuraci e Gaetano Grassia. Nelle intercettazioni, per l’accusa, con un linguaggio criptico si farebbe riferimento al furto. I tre sono accusati, in pratica, del furto di quattro cavalli in contrada Galizi nel giugno 2007: per l’accusa, quel furto avrebbe favorito la mafia. Il 17 marzo sarà il giorno della requisitoria del pm Condorelli a un altro processo-stralcio dell’inchiesta Green Line, che vede alla sbarra, per tentata estorsione di stampo mafioso, Luigi Russo e Alfonso Di Marco di Valguarnera. Russo, difeso dall’avvocato Curcuraci, è accusato di tentata estorsione e incendio doloso; Di Marco, difeso dall’avvocato Impellizzeri, solo di tentata estorsione. Ieri è stata chiusa l’istruttoria dibattimentale, ora si passerà alle richieste.

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