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Ospedale di Nicosia «a corto» di medicine: scatta allarme

NICOSIA. Il laboratorio analisi del Basilotta rischierebbe di chiudere agli esterni. L'ortopedia starebbe finendo le scorte di protesi, l'emotrasfusione, a cui è legata tutta l'attività operatoria, avrebbe i reagenti in scadenza. Sarebbero risicatissime le scorte dei gas medicali. Un allarme, o forse più un allarmismo, che è circolato dopo la ricezione di una nota che segnala le difficoltà a reperire i farmaci, le cui scorte sarebbero limitate e non sarebbero state rimpiazzate a causa di ritardi amministrativi. C'è stato, ma la notizia circola informalmente, un problema informatico legato agli ordini delle scorte dopo che l'assessorato regionale alla Sanità ha cambiato le procedure per l'acquisizione dei supporti medici da parte delle strutture sanitarie. Quindi un banale problema burocratico che adesso avrebbe trovato una soluzione. Infatti altrettanto informalmente circola la notizia che l'Asp di Enna è già al lavoro per recuperare i ritardi e garantire l'utenza ospedaliera, sia interna che esterna, assicurando ai primari i necessari supporti per portare avanti il lavoro delle unità operative.
L'unico dato certo è che fino a ieri, e così ancora sarà per diversi giorni, il laboratorio ha regolarmente erogato le prestazioni agli esterni, l'emotrasfusione ha garantito le proprie prestazioni e così pure ha fatto ortopedia che continua a garantire, con l'eccellenza raggiunta negli ultimi anni, gli interventi e le applicazioni delle protesi.
A fare scattare l'allarme era stata una nota, di qualche giorno fa, del coordinatore sanitario del Basilotta Salvatore Madonia, dopo che diversi primari avevano segnalato che si stavano assottigliando le scorte di presidi sanitari, reagenti e medicinali, e quindi chiedevano che venissero rimpiazzate nel più breve tempo possibile. Un problema questo dell'assottigliamento delle scorte, arrivato in alcuni casi fino alla vera e propria carenza, che si ripresenta ciclicamente e che fino ad ora non è mai stato risolto in maniera definitiva. L'unica novità, questa volta, sta nella reazione radicale del coordinamento che come unica possibilità ha prospettato, nella sua nota, che al perdurare delle carenze dei presidi sarebbero stati sospesi i servizi sanitari erogati dalle unità operative. Fino a ieri medici e paramedici hanno lavorato serenamente, così come continueranno a fare oggi per garantite l'utenza.

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