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Randagi avvelenati, è emergenza a Enna

È vera emergenza: il primo caso si è verificato a Natale. Sabato scorso due ragazzi hanno trovato un cane agonizzante e hanno avvisato i volontari

ENNA. Continua la mattanza di cani a Enna. Sabato notte in via Valguarnera una traversa della più conosciuta via Trieste è stata trovata l'ennesima vittima di questa mano (o mani) invisibile che continua indisturbata a disseminare veleno per la città. I primi casi si sono verificati nel mese di dicembre e l’allarme non è più cessato. A dare l'allarme le associazioni animaliste Alphadog e Oipa che più che mai in queste settimane stanno svolgendo un'intensa attività per salvaguardare gli amici a quattro zampe, padronali e non.
«Era mezzanotte quando ci siamo accorti che sotto un ponteggio c'era un cane in difficoltà - raccontano Antonella e Fabio, i ragazzi che l'anno trovato - subito ci siamo accorti che la cosa era grave, la bestiola era agonizzante». I ragazzi afflitti per la scoperta hanno chiamato Cinzia, volontaria di Alphadog che è arrivata con un altro collega, tentando di rianimar in tutti i modi l’animale. Ma non c'è stato nulla da fare. Il fenomeno sta diventando piuttosto inquietante e neanche le denunce fatte alla Questura così come alla caserma dei carabinieri fermano il malintenzionato, come si evince dalla triste scoperta di ieri. Lo stesso sindaco Paolo Garofalo aveva annunciato che: «Il Comune si costituira parte civile contro questi criminali». «Vi preghiamo di fare attenzione a dove portate i vostri cani» scrivono entrambe le associazioni che operano a Enna sulle loro pagine Facebook, dove ieri sono comparse le immagini di questo feroce delitto. E ancora "chiamateci se avete bisogno" (333.3702484, questo è uno dei recapiti dell’associazione) ma soprattutto compare una breve guida su come comportarsi in presenza di bocconi avvelenati o cadaveri: non toccare a mani nude "l'esca" e non buttarla altrove, chiamare la polizia municipale e denunciare alle forze dell'ordine. I cani uccisi al momento sono più di una quindicina, per lo meno quelli risaputi (quattro o cinque erano padronali, ovvero Brigida morta il dicembre o Marley il 26) e le zone prese di mira sono moltissime, Castello di Lombardia, spiazzale antistante il Cimitero, zona Monte, viale Diaz, Pergusa. Ovunque. Il veleno, potrebbe creare conseguenze gravi indistintamente alla fauna (sono morti avvelenati anche 10 gatti) così come a bambini che potrebbero toccarlo con le mani. Anche per questo il problema va risolto e subito.
Sul social network così come nelle piazze della città i toni sono accesi Cesare Fussone, animalista e consigliere comunale, offre addirittura una ricompensa per chi darà delle informazioni utili alle forze dell’ordine per assicurare alla giustizia il o i criminali.
Il consigliere del gruppo Altrementi, per quanto riguarda il veleno aveva comunicato che: “si tratterebbe di polpette avvelenate e spray lumachicida che possono causare avvelenamento anche per contatto, attraverso la pelle”. Sulla rede c’è subito stata una mobilitazione generale dalla quale è nata la petizione online: «Cittadini ennesi: Salviamo i nostri cani» (su Avaaz.org) alla quale hanno aderito 723 persone. L’amministrazione dal canto suo ha garantito una sorveglianza maggiore delle strade e firmato un protocollo d’intesa con le associazioni animaliste per monitorare e risolvere il grave problema del randagismo e abbandono (motivo scatenante), ma a oggi questi sono i risultati ottenuti.

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