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Esche per avvelenare i randagi, oltre 40 uccisi in due mesi a Enna

ENNA. Dal terrore per i branchi di cani randagi alla strage di “amici a quattro zampe” con esche avvelenate. Nell’arco di un anno in città si è assistito all’uno e l’altro, ma c’è l’impegno dichiarato delle istituzioni per arginare il problema e quello delle associazioni animalistiche, Oipa e Alphadog, per sensibilizzare l’opinione pubblica su adozioni e rispetto per gli animali. I dati di partenza sono allarmanti: da maggio a dicembre 2013 sono state poco meno di 80 le segnalazioni di avvistamento (e, in alcuni casi, di presunte minacce) di branchi di randagi effettuate da cittadini di diverse aree urbane alla polizia municipale. Nessun accalappiacani è intervenuto. Dallo scorso novembre, con l’approvazione del bilancio, il progetto canile è stato tolto dal piano triennale delle opere pubbliche dell’amministrazione Garofalo. Il perché lo spiega Salvatore Cappa, vicesindaco con delega al ramo: «Ogni anno paghiamo 300 mila euro per mantenere gli attuali 300 cani catturati in passato a Enna e che vivono adesso al canile di Delia. È una cifra sproporzionata – dice – l’accalappiamento di randagi costa molto, ma non è produttivo, visto che i cani si moltiplicano velocemente e continuano a spaventare la gente per strada. In collaborazione con l’Asp e le associazioni animaliste stiamo invece finalmente avviando allo start microchippatura e sterilizzazioni».
Da dicembre si è dato il via a un rastrellamento con esche avvelenate posizionate nei punti di ritrovo dei randagi (e non solo) tra Enna alta, Enna bassa e Pergusa.
Il primo caso di presunto avvelenamento registrato dall’Asp risale al 7 dicembre 2013. Facendo una stima, tra cani patronali e randagi, in meno di due mesi sono stati uccisi più di 40 cani. A questi si aggiungono colonie feline sterminate. Dagli esami delle carcasse di animali fatte a Palermo è risultato che nelle polpette avvelenate ci fosse pesticida e non lumachicida, come era stato ipotizzato in un primo tempo.
Dopo la strage, tante le iniziative: denunce di privati e associazioni, il Comune parte civile nella battaglia contro ignoti, mobilitazioni online di cittadini, tavolo tecnico del Comune con le forze dell’Ordine, cartelli che segnalano esche velenose e che invitano i padroni a portare a passeggio i cani con guinzaglio e museruola, e un protocollo d’intesa in discussione per una fattiva collaborazione tra amministrazione e animalisti. «A giorni – annuncia Cappa – inaugureremo un’area interamente dedicata al passeggio dei cani, al Pisciotto, accanto al bocciodromo». E evala un’altra novità: chi adotta un cane pagherà meno tasse.

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