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Piazza, niente banca per tesoreria: a rischio gli stipendi

PIAZZA ARMERINA. Il Comune rimane senza banca e a rischiare per primi sono gli stipendi dei suoi dipendenti comunali. È andata deserta la gara per la concessione del servizio di Tesoreria. Nessun istituto di credito della città dei mosaici ha fatto pervenire un'offerta agli uffici comunali. Anche il Comune, infatti, come un qualsiasi privato cittadino, ha bisogno di un conto corrente bancario per provvedere alla riscossione delle entrate e al pagamento delle spese, oltre alla custodia di titoli e valori. Ebbene il contratto con il precedente tesoriere, il Credito Siciliano Spa, è scaduto lo scorso 31 dicembre 2013.
Per legge il contratto non può essere prorogato, serve una gara e un'offerta. E ad aggravare la situazione finanziaria comunale vi è una doppia contingenza: da una parte non è arrivato alle casse comunali il milione e 200 mila euro di trasferimenti regionali per via del notorio problema finanziario che sta attanagliando la Regione Siciliana, dall'altra l'anticipazione di cassa da parte della banca al Comune non c'è stata, sia perché il contratto di tesoreria è scaduto, sia perché la stessa Regione Siciliana appare agli occhi degli istituti di credito come una sorte di "garante" non più affidabile dei comuni. Quindi liquidità ridotta ai minimi termini. Servono 350 mila euro al mese per il solo pagamento delle busta paga dei dipendenti comunali. Per gennaio le somme si stanno trovando, lo conferma il servizio Economico finanziario dell'ente. Si sta provvedendo con gli incassi dei tributi locali. Ma se, come è prevedibile, i tempi tecnici della gara sono ancora lunghi, considerato anche la prima procedura appena andata deserta, il rischio concreto è che gli emolumenti di febbraio possano saltare o ritardare a loro volta. Insomma una situazione intricata in cui la crisi finanziaria regionale sembra all'origine dei problemi di cassa del palazzo comunale. Ora si deve mettere mano anche al rapporto con gli istituti di credito piazzesi, capire perché non hanno presentato un'offerta. Sfumature di carattere tecnico legate al bando di gara messo a punto dalla Ragioneria e sulle quali effettuare correzioni o più semplicemente una sfiducia strutturale sul sistema Regione e a cascata sull'affidabilità degli enti locali? Certo anche i tempi della gara sono stati oggetto di polemica. Il contratto con il Credito Siciliano scadeva il 31 dicembre 2013, ma il consiglio comunale ha deliberato il proprio via libera agli uffici per indire la gara solo il 28 dicembre, cioè tre giorni prima della scadenza della precedente convenzione. Naturalmente i consiglieri comunali si sono affrettati nel puntare il dito sul ritardo con cui gli atti sono arrivati alla conferenza dei capigruppo, alle commissioni e infine al consiglio comunale. Insomma la macchina comunale politico-amministrativa ad un certo punto ha fatto cilecca.

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