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Nicosia, acqua inquinata: scatta l’allarme in tutto il territorio

NICOSIA. Si allarga a tutta la città e al suo territorio il problema dell'acqua inquinata. Da ieri, ossia da quando sono stati consegnati all'amministrazione i risultati delle analisi microbiologiche, l'ordinanza che vietava l'utilizzo dell'acqua a fini potabili nell'area di via Bernardo Di Falco, dal cui punto di prelievo l'acqua non risultava pura già venerdì scorso, è stata estesa a tutto il territorio cittadino. Al momento il servizio idrico integrato viene garantito a Nicosia con l'approvvigionamento idrico dalle sorgenti del Campanito e dalla diga Ancipa. Pare che il problema, ossia la presenza di coli fecali, batteri che si trovano nelle feci, si sia creato solo nell'acqua che arriva dall'invaso troinese, ma non riguarda altri Comuni limitrofi, quindi sembra probabile, come già è successo nel passato, che si tratti di una problematica legata al tratto della condotta che porta l'acqua in città.
Nel punto di prelievo di via Bernando Di Falco, ma solo in quel punto, l'acqua prelevata il 6 febbraio presentava un «colorito giallognolo» e «sostanze solidi sedimentabili». Con propria ordinanza il sindaco Sergio Malfitano ne aveva vietato l'utilizzo a fini potabili, quindi non poteva essere usata né per bere e nemmeno per cucinare, ma solo in un una piccola porzione della città. Ieri mattina, facendo riferimento agli stessi prelievi del 6 febbraio, il Servizio igiene alimenti nutrizione dell'Asp di Enna ha comunicato che l'acqua erogata in città è inquinata perché presenta coli fecali. «Il dipartimento di prevenzione del Sian ci ha comunicato che le analisi evidenziano un inquinamento microbiologico e - spiega il sindaco Malfitano - ci ha chiesto di estendere la precedente ordinanza a tutto il territorio comunale servito dalla condotta. A tutela della salute pubblica ho emesso l'ordinanza che vieta l'utilizzo dell'acqua potabile in tutta la città e anche nelle campagne». L'ordinanza rimarrà in vigore fino a quando verranno ripristinati i parametri di potabilità. «Il divieto di utilizzo vale per i cittadini - sottolinea il sindaco Malfitano - per le scuole, per gli esercizi pubblici, le attività commerciali, l'ospedale, le caserme, la casa circondariale e per tutti gli uffici».
Ma sebbene da ieri i nicosiani sono stati avvertiti di non utilizzare l'acqua di rubinetto né per bere e nemmeno per mangiare considerato che il prelievo è quello del 6 febbraio, significa che in questi ultimi giorni l'acqua che arriva nelle case è stata utilizzata anche a fini potabili pur essendo inquinata. «Appena siamo stati avvisati - spiega il primo cittadino - abbiamo subito provveduto non solo attraverso l'ordinanza di divieto ma anche attraverso una capillare comunicazione del disservizio a tutti gli utenti». Questo dell'acqua sporca è un problema che con l'arrivo del 2014 e con la sostituzione del personale in servizio, si è ripresentato per due volte a distanza di pochi giorni.

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