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Affreschi del Borremans, inizia la corsa per salvarli: prendono il via i lavori

PIAZZA ARMERINA. Inizieranno lunedì i primi lavori di salvataggio degli affreschi del Borremans dalle infiltrazioni d’acqua e dall’elevato tasso di umidità. Un primo immediato intervento di manutenzione di 8 mila euro, che verrà coordinato dal settore Beni culturali della Diocesi, grazie a 3 mila euro dell’Opera Pia Geraci, proprietaria della chiesa di San Giovanni, e 5 mila euro messi a disposizione dalle casse comunali. «Ho già dato incarico alla ditta Bruno e l’ok a procedere al direttore dei lavori Tiziana Crocco. L’obiettivo è quello di evitare all’acqua di penetrare all’interno della chiesa e di abbassare i livelli di umidità interna, soprattutto lasciando delle aperture attraverso le quali possa esserci un maggior ricircolo di aria all’interno dell’edificio ed evitando così di far inumidire le pareti con gli affreschi», spiega don Giuseppe Paci, responsabile dei Beni culturali della Curia. Un via libera alla Diocesi è arrivato dopo il sopralluogo effettuato all’interno della chiesa dal soprintendente Salvatore Gueli, ed il successivo incontro di mercoledì scorso tra lo stesso ed il sindaco Filippo Miroddi.

La ditta Bruno si occuperà della sistemazione di diverse grondaie e pluviali, ma anche di alcune finestre sul prospetto della chiesa, in modo da eliminare le cause delle infiltrazioni d’acqua. «Poi eliminate le cause dell’umidità sarà mia cura scrivere a soprintendenza di Enna e assessorato regionale dei Beni culturali per sollecitare l’avvio di una fase più ampia di progettazione per il restauro degli affreschi», aggiunge don Paci. Serve fare in fretta perché alcune parti del ciclo di affreschi del pittore fiammingo sono in condizioni più gravi. Due pannelli laterali, infatti, «Il Trionfo di San Benedetto» e il «Martirio di San Placido», sono «fasciati» da velinature, veri e propri tamponi ormai in parte scollati, attaccati all’affresco per ritardare il distacco della pellicola pittorica. Le due scene potrebbero scomparire in modo irreversibile, per questo un intervento stralcio e urgente potrebbe scattare ad hoc solo per questi due primi pannelli nel medio termine. L’umidità e le infiltrazioni d’acqua vanno fermate con priorità assoluta per salvare quella che da alcuni è stata definita come la «Cappella Sistina di Sicilia».

E intanto una tela della basilica Cattedrale, un’«Assunzione della Vergine», è stata già restaurata da un’impresa di restauro e sarebbe in attesa di poter essere collocata nella cappella dedicata alle tombe di alcuni vescovi. Ma la parrocchia della cattedrale non sembra per ora avere i soldi per pagare l’intervento e l’opera d’arte rimane nei magazzini dell’impresa di restauro. E per questo da alcune associazioni, come il comitato Monte e l’associazione «Mira 1163», arriva la richiesta al Comune di contribuire a pagare a rate il restauro, utilizzando i fondi del 30 per cento provenienti dagli incassi della Villa Romana del Casale.

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