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Spaccio all'Istituto commerciale di Piazza, la preside: «Noi capro espiatorio»

PIAZZA ARMERINA. "Voglio rassicurare le famiglie che hanno i loro figli da noi: i ragazzi coinvolti nell'indagine non frequentano più il nostro istituto, noi controlliamo e vigiliamo gli studenti in modo capillare, soprattutto durante la ricreazione, quindi non c'è nessuna connivenza con fatti malavitosi o assimilabili, chi vuole fare uno scoop lo faccia altrove». Il dirigente scolastico Marinella Adamo non ci sta a vedere criminalizzata la sua scuola, l'istituto Professionale per il commercio e l’artigianato «Boris Giuliano», finito nell'indagine della Procura di Enna e della Guardia di Finanza con numerose videoriprese nelle quali sono state immortalate molte fasi dello spaccio che sarebbero avvenute nel cortile dell’edificio scolastico, durante il primo semestre del 2012. Ma non vuole neanche «fare lo struzzo e mettere la testa sotto la sabbia». E descrive le attività formative orientate proprio a scoraggiare comportamenti a rischio da parte degli studenti. «L’uso di sostanze stupefacenti purtroppo è diffuso tra i ragazzi in tutte le scuole, non in un istituto in particolare, noi ci siamo sempre attivati, facendo i controlli in accordo con gli agenti della Guardia di Finanza, utilizzando i cani poliziotto, collaborando con un progetto molto articolato al quale stiamo lavorando con gli ”Amici di San Patrignano”, i quali verranno anche a fare uno spettacolo da noi; abbiamo sportelli d’ascolto, il supporto di carattere psicologico, la prevenzione di questi fenomeni è al centro delle nostre preoccupazioni, vogliamo creare un patto di legalità con il territorio, ma additarci come se si fosse trovato il capro espiatorio di un malessere sociale è assurdo», spiega la preside, dispiaciuta per i toni con cui le prime notizie di stampa sono circolate ieri mattina nei mass media. Insomma non bisogna fare finta di niente, la droga circola anche dentro le scuole, ma neanche speculare e fare di tutta l’erba un fascio. Ed assicura: «L’impegno c’è e c’è sempre stato, sia da un punto di vista repressivo che preventivo, tanto è vero che abbiamo fatto scattare i controlli e mettiamo lo stesso impegno di contrasto anche negli altri due istituti che dirigo, il professionale ”Matilde Quattrino” e il ”Leonardo Da Vinci”». «Dispiace che chi come me si è esposto, ha fatto venire i cani poliziotto, collabora attivamente con i carabinieri e la Guardia di Finanza per far scattare controlli molto serrati, poi balza agli onori della cronaca; altri, invece, che magari preferiscono tenere un profilo basso, nascondere sotto la sabbia l’evidenza vengono graziati dai giornali. Ma questo che modo è?», conclude il dirigente, lanciando di fatto un appello al mondo della comunicazione ad un’informazione corretta. Infine anche l’invito a ricordare come la scuola sia solo uno dei canali educativi da utilizzare per la formazione dei giovani: «Purtroppo non sempre troviamo alleati felici nelle famiglie e nei genitori: in alcuni casi sono latitanti, c’è una delega aperta e in bianco che viene data alla scuola, ma noi facciamo quello che possiamo, la società non siamo solo noi». Il dirigente scolastico, poi, ribadisce come il controllo degli studenti durante le ore didattiche e durante la ricreazione sia continuo.

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