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Nicosia, grave inquinamento del fiume Salso La causa: forse lo sversamento di un frantoio

Nel registro degli indagati ci sarebbe già un iscritto, il titolare di uno dei tre oleifici. Sequestrate le vasche di raccolta degli scarti della molitura. Campioni d’acqua sono sottoposti alle analisi dell’Arpa di Enna per quantificare l’entità dell’inquinamento

NICOSIA. Gravissimo ed intenso inquinamento, di origine olearia, nel fiume Salso - Cimarosa e vallone Gambero. A determinarlo lo sversamento di materiale proveniente da uno dei tre frantoi che gravitano nella zona. Il distaccamento cittadino del Corpo forestale ha già effettuato dei sequestri che aspettano di essere convalidati. Oltre all’inquinamento tra le ipotesi di reato ci sarebbero anche quelle di danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali. Nel registro degli indagati ci sarebbe già un iscritto, il titolare di uno dei tre oleifici, del quale, nel rispetto del segreto istruttorio, però non vengono rese note le generalità. Transitando sulla strada provinciale 18, la Nicosia - Agira, e attraversando il cosiddetto «ponte di ferro» già ad occhio nudo l’acqua del fiume appariva scura, di un marrone torbido. E proprio l’osservazione visiva avrebbe allertato una pattuglia del distaccamento nicosiano del Corpo forestale in perlustrazione sul territorio. Lunedì personale dello stesso distaccamento ha effettuato dei prelievi proprio all’altezza del «ponte di ferro» che comunque dista almeno 10 chilometri dai tre frantoi che gravitano nella zona. Delle analisi, che serviranno solo a quantificare l'inquinamento che invece sarebbe pacifico e già confermato ad occhio nudo, si sta occupando l’Arpa di Enna. «I risultati della analisi - spiegano dal distaccamento nicosiano del Corpo forestale - serviranno a quantificare l’entità dell'inquinamento che è risultato subito evidente». Sansa e acque di vegetazione che contengono anche un’elevata presenza di polifenoli e sostanze nocive di vario genere, possono risultare nocive per la salute umana, animale e per le colture. Le acque di vegetazione in particolare sono considerate inquinanti e vanno conferite in impianti di depurazione oppure, sulla base della normativa in vigore, possono essere sparse in maniera controllata sul terreno e quindi usate come fertilizzanti per la loro ricchezza di elementi nutritivi minerali. Infatti si tratta di acque ricche di azoto, fosforo e magnesio.
Dal «ponte di ferro», dove l'acqua - passando in auto - si vede di colore marrone, i forestali hanno costeggiato il fiume fino al vallone Gambero e, mano a mano che salivano, il colore marrone, e quindi l’inquinamento, si faceva più intenso. E facendo il percorso a ritroso i forestali sono risaliti fino a contrada San Luca dove, a quanto pare, è stato effettuato il sequestro delle vasche di raccolta degli scarti della molitura delle olive di un oleificio. Si tratta di scarti che gli oleifici raccolgono e che poi possono essere conferiti nel tempo. Conferimento che, stando alle ipotesi investigative, sarebbe avvenuto in maniera abusiva e massiccia proprio nel fiume con grave danno per l’intero ecosistema del Salso - Cimarosa.

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