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Riso anche amaro con Vespertino In scena ad Enna vizi e virtù della società

ENNA. È stato un giovedì grasso di vere risate quello che ha potuto trascorrere il pubblico del cineteatro «Grivi» che, proprio per il primo giorno di Carnevale, ha potuto godere dell’intelligente simpatia di Sergio Vespertino con il suo «Sopra un palazzo c’è un cane pazzo». Organizzato dal «Grivi» insieme alla Banca Mediolanum e all’associazione «Banca del tempo» - che ha offerto in collaborazione con l’istituto alberghiero «Federico II» anche una degustazione di chiacchiere e vino moscato - al richiamo di Vespertino - ex capocomico dei «Treeunquarto», palermitano doc da sempre molto amato dal pubblico siciliano - ha risposto un bel numero di ennesi per un quasi sold out giovedì sera nella sala Tornatore di piazza Ghisleri. Come un diesel, Sergio Vespertino, vero mattatore della scena ma senza darlo troppo a vedere, ha somministrato, a piccole crescenti dosi, comicità e sagace ironia, a tratti amaramente cinica (come è proprio dei migliori fatalisti palermitani), presentando una critica della società contemporanea, tra vizi e virtù, tra verità ormai talmente scontate da non farci più caso, personaggi, modelli condivisi, quadretti tipo, che partendo da qualche tiepido sorriso hanno alla fine strappato applausi e risate a pieni polmoni per un’ora o più di vero spettacolo d’autore. Con un sapiente quanto divertente uso del colorito dialetto palermitano, il suo teatro si è presentato come il frutto di una sapiente manipolazione di repertori tradizionali, popolareschi e cabaret di parola che gli hanno permesso, a lui che ne è anche autore e regista, di esprimere le sue qualità attoriali. I temi? Dal progressivo quanto ormai inarrestabile invecchiamento della società con gli annessi problemi sociali (pensioni, disoccupazione, cure mediche e qualità della vita, scarto generazionale), alle conseguenze pratiche di una società sempre più tecnologica e consumistica, sino ad un grande amletico quesito: «Come si chiamano le dita dei piedi?». In una scena essenziale fatta solo di pochi quotidiani oggetti, mentre l’invito era a recuperare la meraviglia delle cose semplici, accanto a Sergio Vespertino sul palco solo il fisarmonicista Pierpaolo Petta.

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