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Il denaro per la coop in un conto privato, a Nicosia due a giudizio per appropriazione indebita

NICOSIA. Ancora guai giudiziari per la cooperativa Cheope e per la sua presidente Felicia La Licata che il 13 giugno prossimo si presenterà davanti al Tribunale di Enna per rispondere, assieme a Mario Scinardi, di appropriazione indebita aggravata. Ma non sarà l'unico processo, perché il 4 giugno la stessa presidentessa della Cheope sarà già davanti al giudice per rispondere di falso in scrittura privata. Avrebbe falsificato dei verbali del Consiglio di amministrazione della coop.
Come si ricorderà la cooperativa Cheope, nel 2005, aveva ottenuto la gestione in convenzione per 25 anni dell'impianto polivalente di contrada Fiumetto. La coop avrebbe voluto realizzare attorno alla pista d'atletica un anello per le corse dei kart. Scoppiò una bufera di polemiche, il kartodromo non venne costruito, ma una segnalazione fece aprire un'indagine per frode in pubbliche forniture, che poi venne archiviata nel 2007. Mentre un'altra indagine partita con la comunicazione della Soprintendenza di Enna, che denunciava la realizzazione di opere abusive nell'impianto, portò alla condanna, con un decreto penale del 2007, prima opposto e poi accettato, della coop a 4.560 euro di multa da versare all'erario statale.
Poi nel 2009 la Cheope aveva lasciato l'impianto rinunciando all'affidamento, ma ottenendo in cambio dalla Provincia 54.300 euro. Inizialmente la coop aveva chiesto 70 mila euro, cifra concordata con l'amministrazione provinciale guidata da Cataldo Salerno, ma che poi la Giunta di Pippo Monaco, non voleva concedere. Alla fine, dopo una serie di incontri e transazioni varie, la Provincia pagò 54.300 euro che sarebbero dovuti andare alla cooperativa, ma invece, almeno secondo l'ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura di Enna, sarebbero andati nelle casse della coop per poi essere impropriamente distratti dal conto corrente della coop.
Sulla base dell'impianto accusatorio, i soldi sarebbero stati trasferiti su un conto corrente intestato a Mario Scianardi, tecnico dipendente della Provincia regionale di Enna. Ma non sarebbe tutto, perché prima della distrazione dei fondi ci sarebbe stata una falsificazione dei verbali del Consiglio di amministrazione della coop.
L'indagine era già stata aperta dalla Procura di Nicosia, non si sa se in maniera autonomia o dopo una denuncia, ma era rimasta blindatissima dal segreto istruttorio ed emerge solo adesso che si sono state fissate le date delle udienze. I due procedimenti, quello per falso in scrittura privata che coinvolge solo la presidentessa La Licata e quello per appropriazione indebita aggravata che coinvolge anche Scinardi, arriveranno in aula a giugno, e nulla esclude che i due procedimenti possano venire riuniti, e solo allora si potranno conoscere maggiori particolari e si saprà se ci saranno parti civili costituite.

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