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Nicosia, l’Ato annulla le vecchie bollette Tia E sul ricorso è ancora lite

Le bollette non dovranno essere pagate e che chi ha presentato ricorso dinanzi alla commissione tributaria, pagando trenta euro, ha perso i suoi soldi perché si tratta di costi non rimborsabili

NICOSIA. L'amministrazione comunale difende il ricorso che ha promosso contro le bollette della Tia 2007 e controbatte alle dichiarazioni dell'avvocato Gianluigi Gentile che, ieri, lo aveva attaccato definendolo «un riscorso inutile, giuridicamente scorretto». Il legale aveva affermato anche che lo stesso ricorso «espone coloro che lo hanno presentato al rischio di vederlo rigettato e, se la società Enna Euno si costituisce, di venire condannati alle spese». Sicuramente la società non si costituirà perché, è notizia di ieri, le bollette in questione sono state annullate e quindi non devono essere pagate.
Ieri infatti è stata notificata al Comune una determina del collegio di liquidazione dell'Ato, sottoscritta dai commissari liquidatori Sutera e Interlicchia, con la quale si rende noto che per il Comune di Nicosia le bollette della Tia 2006 e 2007 sono state annullate così come fra l'altro aveva chiesto il sindaco Sergio Malfitano, ma anche gli altri sindaci che compongono l'assemblea dell'Ato. In ogni caso però per l'amministrazione comunale il ricorso, i cui modelli venivano consegnati da uno sportello comunale appositamente istituito nell'ufficio di gabinetto del sindaco una paio di settimane fa, sarebbe regolare.
«L'avvocato Gentile - spiega l'amministrazione comunale rispondendo al legale nicosiano - ha fatto confusione perché le fatture erano state emesse nel 2007 e il 66% dei nicosiani aveva pagato. Revocate quelle fatture l'Ato adesso ha emesso nuovi avvisi di pagamento, come si legge anche nella lettera che li accompagna, che equivalgono ad una ingiunzione. Si tratta di un avviso di pagamento che quindi come prevede l'articolo 2 del decreto legge 546 del 31 dicembre 1992, che lo stesso Gentile cita, va contestato dinanzi alla commissione tributaria». Risponde così l'amministrazione a Gentile che sosteneva invece che quella che è arrivata «è una semplice fattura. Non è impugnabile perché non proviene dalla pubblica amministrazione ne è equiparabile ad un atto proveniente dalla pubblica amministrazione. Caso mai va opposta al giudice ordinario e non al contenzioso anche se riguarda le tariffe di igiene ambientale».
L'oggetto del contendere comunque è cessato ieri dopo la notifica della determina del collegio di liquidazione. Le bollette sono state annullate. Gli unici dati certi sono che le bollette non dovranno essere pagate e che chi ha presentato ricorso dinanzi alla commissione tributaria, spendendo 30 euro di contributo unificato e affrontando le altre spese, ha perso i suoi soldi perché si tratta di costi non rimborsabili.

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