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Sei milioni in 5 anni: il servizio rifiuti resta buco nero del Comune di Piazza Armerina

PIAZZA ARMERINA. Nel quinquennio 2009-2013 è stato di 5,7 milioni il deficit del servizio rifiuti per le casse comunali. Vale a dire che ai circa 13 milioni e 329 mila euro di uscite sono corrisposte entrate per 7 milioni e 568 mila euro. Uno squilibrio che ha provocato ogni anno un fabbisogno di liquidità di 1 milione e 152 mila euro per coprire il buco. «L'ente ha dovuto procurarsi liquidità extra rispetto a quella ordinariamente prodotta dalla gestione di bilancio», si legge nella relazione del servizio Economico-finanziario con la quale è stato lanciato l'allarme di un rischio di dissesto finanziario per i conti comunali.
Il sistema rifiuti si presenta come un'emorragia di denaro che dissangua ogni anno in modo progressivo il Comune. Una situazione non più sostenibile che nel giro di un biennio potrebbe portare l'ente ad un sicuro dissesto. Il servizio Economico-finanziario ha anche confrontato la situazione piazzese con quella del comune di Enna nel biennio 2012-2013. «Dal confronto risulta evidente lo squilibrio finanziario del nostro ente rispetto al comune capoluogo nella gestione del servizio rifiuti. Nel biennio il comune di Enna è riuscito ad incassare più di quanto ha versato all'Ato Ennaeuno Spa, mentre il comune di Piazza, non solo non è riuscito ad incassare quanto ha versato, ma ha perso liquidità per 2 milioni di euro», si legge nella relazione. Da qui la richiesta della Ragioneria agli amministratori locali di avviare un «piano di risanamento», facendo scattare una procedura di riequilibrio finanziario pluriennale che permette uno stanziamento di 4 milioni di euro sotto forma di contributo decennale per evitare il rischio di dissesto. Una procedura prevista dalla recente legge regionale 5 del 28 gennaio scorso.
Un «contributo decennale» che potrebbe permettere al Comune «uno spazio di respiro» nelle more che il servizio di raccolta rifiuti possa diventare di nuovo più virtuoso, oltre che dal punto di vista della qualità del servizio, anche da quello della sua sostenibilità in termini economico-finanziari per il futuro. La «persecuzione fiscale» dei contribuenti armerini, come dice la Ragioneria comunale, non appare ipotizzabile come strumento per riequilibrare da sola il deficit strutturale legato al sistema rifiuti.

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