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I lavori nella chiesa di San Cataldo di Enna, la Regione finanzia 100 mila euro

ENNA. Arrivano in città dalla Regione 116 mila 688 euro per il restauro conservativo e la messa in sicurezza della parrocchia di San Cataldo.
Venerdì l’esecutivo del presidente Rosario Crocetta ha firmato la delibera di finanziamento della seconda tranche dei lavori per la messa in sicurezza dell’imponente chiesa situata in piazza Balata. Soddisfatto l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Nasonte: «Come avevo già anticipato, tempo fa, nella risposta ad una interrogazione del consigliere Scillia, lìamministrazione non ha dimenticato questi lavori. E dopo la revoca del primo decreto di finanziamento siamo tornati alla carica». Oggi questo risultato premia tutti: il Comune perchè può ottenere somme per mettere in sicurezza un edificio storico al centro della città, il parroco Vincenzo Desimone ed i fedeli perchè da tempo sollecitano l’intervento, e lo stesso Scillia che ha avuto la risposta che voleva. Nella seduta di venerdì scorso il governo regionale ha approvato 14 interventi che riguardano i fondi previsti a favore di Comuni e chiese per lavori di manutenzione, restauro e messa in sicurezza, che coinvolgono altrettante realtà siciliane, per un totale di un milione e 506.279 euro.
In provincia l’unico intervento finanziato è stato per la parrocchia di San Cataldo. Cura le opere l’architetto Paolo Di Venti. Sono lavori che nello scorso 2013 fecero discutere in consiglio comunale. Infatti sulla revoca del finanziamento Biagio Scillia (Mpa) fece la voce grossa a Sala d’Euno denunciando che «la burocrazia comunale» avrebbe «fatto perdere un finanziamento di 116 mila euro alla chiesa di San Cataldo». La dimostrazione stava nel fatto che il primo provvedimento che il nuovo presidente della Regione firmò, all’indomani della sua elezione, fu proprio la revoca della concessione delle somme. L’assessore Nasonte nella risposta scagionò dalle colpe gli uffici comunali e puntò invece il dito contro la Regione. La difesa pubblica si fermò lì. A microfoni spenti, però, è venuta fuori una versione sussurrata a Palazzo di Città che spiegherebbe la vera ragione della revoca di Crocetta: del finanziamento originale se ne era interessato l’allora deputato regionale dell’Mpa Paolo Colianni. Ma la firma sul decreto sarebbe stata messa, per errore, dall’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo uno o due giorni dopo la scadenza del mandato. Non appena insediato, il nuovo presidente Crocetta. La somma stanziata copre solo il 50 per cento dell’importo dei lavori, la restante metà è a carico dalla Conferenza episcopale.

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