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Sciopero dei forestali dell'Ennese, in 500 verso Palermo

ENNA. Dovrebbero essere non meno di 500 i lavoratori di diversi settori agricoli della provincia di Enna, ma in particolare del comparto forestale e della bonifica che domani raggiungeranno Palermo per partecipare alla manifestazione regionale del settore agricolo e forestale indetta da Cgil, Cisl e Uil contro le politiche del governo regionale. Previsto un corteo per le vie principali della città che terminerà in piazza Indipendenza.
Un numero molto consistente, quello assicurato dalla provincia di Enna, che rappresenta quasi il 25 per cento dell'intera forza lavoro di queste categorie presenti sul territorio provinciale visto che gli stagionali forestali sono complessivamente circa 2500, mentre quasi 300 circa gli addetti al consorzio di bonifica. Già in moto da diversi giorni la macchina organizzativa avviata dai segretari provinciali di categoria Cgil, Cisl e Uil Nunzio Scornavacche, Massimo Bubbo e Enzo Savarino e che prevede l'esodo a Palermo con non meno di 10 pullman, oltre alle persone che raggiungeranno il capoluogo regionale con mezzi propri. Prevista la partecipazione di rappresentanti nazionali della categoria delle tre sigle più i tre segretari regionali generali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Maurizio Bernava e Claudio Barone.
Lo sciopero è stato indetto poiché nella nuova finanziaria che il governo regionale del presidente Crocetta sta predisponendo, sono previsti forti tagli di risorse per diverse categorie del settore come appunto i forestali, bonifica, Ente di sviluppo agricolo, associazione regionale allevatori ed altre ancora. Si prevede che confluiranno a Palermo non meno di 10 mila lavoratori da tutta l'Isola.
«Confermiamo che la presenza dei lavoratori ennesi sarà consistente - affermano Scornavacche, Bubbo e Savarino - perché per il nostro territorio il settore agricolo è di vitale importanza, sia per la garanzia dei livelli occupazionali ma anche per l'economia stessa generale del nostro territorio e quindi non ci possiamo permettere di subire ulteriori tagli di risorse come è già avvento negli anni passati».

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