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Piazza Armerina, debiti e lavoratori esasperati: salta il cda della Opera Pia San Giuseppe

PIAZZA ARMERINA. La crisi debitoria e le proteste dei lavoratori, creditori di decine e decine di stipendi arretrati, fanno saltare il cda della casa di riposo San Giuseppe. Tre dei cinque componenti del consiglio di amministrazione si sarebbero dimessi presentando dimissioni irrevocabili, chiedendo allo stesso tempo il commissariamento dell’Opera Pia e l’istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta sulla gestione commissariale degli ultimi anni dell’ente. A lasciare l’incarico i due componenti di nomina comunale, Calogero Diana e Nicolò Nicolosi, ed il componente in quota alla Diocesi, il professor Onofrio Prestifilippo. Di fatto se non siamo all’azzeramento del cda ci manca poco, anche perché con la mancanza di tre dei cinque componenti il consiglio di amministrazione è di fatto paralizzato e non può convocarsi. Le tre dimissioni irrevocabili saranno in queste ore comunicate dall’istituto all’assessorato regionale della Famiglia. E a questo punto gli scenari dovrebbero essere due dagli uffici regionali dell’assessorato: la richiesta al Comune di reintegrazione del cda con la nomina dei due componenti o la nomina, come sembrerebbe probabile, di un commissario regionale inviato nella città dei mosaici a gestire la difficilissima situazione debitoria e di liquidità dell’ente, il quale da tempo rischia la chiusura. La casa di riposo ha debiti per buste paga arretrate al personale per oltre 2 milioni di euro, ha già subito diversi decreti ingiuntivi, alcuni dei quali esecutivi, ed ha difficoltà di liquidità tali da dover vivere alla giornata, anche per fare la spesa e assicurare un pasto agli oltre 50 anziani ospiti. I lavoratori nelle ultime settimane hanno fatto scattare sit in e occupazioni degli uffici direttivi dell’ente. Tre dipendenti precari sono saliti sul tetto, trascorrendo una notte al gelo per rivendicare il diritto agli stipendi arretrati. Il comitato di lotta interno ha più volte chiesto le dimissioni del presidente della San Giuseppe, Nunzio Crimì. In un recente consiglio comunale straordinario il sindacato dei Cobas ha insistito più volte sulla necessità di avviare un piano di rientro dal debito, anche attraverso prime azioni simboliche con piccole somme da versare ai lavoratori. Nelle motivazioni delle dimissioni i due consiglieri di amministrazione Diana e Nicolò, i quali chiedono al sindaco Filippo Miroddi di scrivere all’assessorato regionale e chiedere il commissariamento della San Giuseppe, accusano proprio Crimì di aver relegato il cda ad ente di ratifica delle sue scelte personali non condivise. «Se può servire a migliorare l’atmosfera ben vengano queste dimissioni, ma non credo che i problemi dell’istituto di Piano Sant’Ippolito dipendano da questi amministratori», sottolinea il vicesindaco Giuseppe Mattia.

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