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Ospedale di Enna, il sindaco «recluta» i medici

ENNA. Il fervente dibattito di queste ultime settimane in consiglio comunale così come nel partito democratico sembra non aver risvegliato dal torpore i piani alti della Sanità. A confermare questa impressione la nuova visita all’ospedale del sindaco Garofalo, avvenuta ieri mattina, durante la quale lo stesso si è reso conto che i buoni propositi dello scorso mese sono rimasti solo belle parole e per questo si è visto costretto a convocare con urgenza i vertici aziendali per martedì prossimo.
Il triage del pronto soccorso resta in uno sgabuzzino, quando basterebbe buttare giù due pareti per dare respiro all’angusto locale dove arrivano gli utenti; alla mancanza di locali (e all’«Umberto I» certo non mancano, basta dare un’occhiata in giro) si aggiunge anche la diminuzione di personale per sopperire a urgenze extra reparto.
Questa volta il primo cittadino, oltre ad appurare il malcontento, ha chiesto a tutti gli operatori sanitari di scendere in campo per difendere l’ospedale dove prestano servizio, e insieme ad alcuni consiglieri (Dante Ferrari, Mario Messina, Luigi Dello Spedale, Paolo Timpanaro, Paolo Gloria e Rosario Vasapollo) ha consegnato ai primari di ogni reparto il documento votato all’unanimità in consiglio comunale (sulle condizioni della sanità ennese, che sarà sottoposto all’attenzione di tutte le autorità preposte) chiedendo, se concordi, la sua sottoscrizione. Nel documento si fa un’attenta anamnesi delle condizioni attuali dell’«Umberto I» e si fanno delle richieste specifiche al governo regionale e alle autorità competenti.
C’è tensione nei reparti, il personale è poco perché mal distribuito sul territorio, la sala operatoria continua a essere un tasto dolente e la politica aziendale pone molti interrogativi. La chirurgia generale lo scorso anno è stato l’unico reparto a chiudere con un fatturato in attivo, per il resto è un caos. Ci vorrebbe un colpo di spugna e pianificare tutto da capo, con l’aiuto dei tecnici della sanità. In allegato al documento approvato dal consiglio anche quello dell’Anaao, l’associazione medici dirigenti.

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