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Insulti a bimbi juventini di Leonforte: denunciato ultras del Catania

LEONFORTE. Si erano spostati fino a Catania per assistere a una partita di calcio di Serie A, portando con sé anche alcuni bambini, convinti che sarebbe stata una serata di sport e divertimento. Ma non è stato così e anzi, per i più piccini, assistere a Catania-Juve nella tribuna b dello stadio Massimino, domenica scorsa, è stata un'esperienza angosciante. Sarebbero stati ripetutamente minacciati e insultati, al pari degli altri spettatori, da un sedicente supporter del Catania, che, secondo alcuni genitori - uno di essi, l'insegnante di scuola superiore Salvo Guliti, lo ha riconosciuto, perché si tratterebbe di una persona di Assoro, e lo ha denunciato al commissariato di Leonforte - avrebbe vestito i panni dell'ultras scatenato. Avrebbe rivolto agli spettatori, fra cui i bambini, frasi del tipo: «Se segna la Juve e esultate vi rompiamo il c."; "dovete andare nella gabbia dei tifosi juventini o finisce male». A raccontare questa storia, maturata all'interno di uno stadio ma che ha veramente poco a che vedere con il calcio e con i valori che dovrebbe trasmettere, è lo stesso Guliti, che precisa: «I gruppi organizzati del Catania e dei supporter del Catania di Assoro non c'entrano niente. Prima del fischio d'inizio - entra nel vivo il suo racconto - il soggetto in questione, noncurante che ad un metro da lui c'era mio figlio di 7 anni, l'unico nel raggio visibile con una sciarpa bianconera, ha intimato a tutti gli astanti, grandi e piccoli, di non esultare a un eventuale gol della Juve, perché altrimenti ci sarebbero state conseguenze. Ha urlato: «Ci sono bast... juventini qui in mezzo: grandi e piccoli, e se esultate o tifate vi rompiamo il c...». Secondo Guliti, avrebbe ripetuto il concetto "più volte". «Lo conosciamo come una brava persona - prosegue - ma non riesco a dimenticare gli sguardi terrorizzati dei più piccoli; che erano allo stadio per quella che doveva essere una bella serata di sport, ma così non è stato». Il professore racconta anche di aver avvicinato un suo amico di Assoro, durante la pausa tra il primo e il secondo tempo - di una partita che, per la cronaca, alla fine la Juve ha vinto 1-0 - esternandogli la propria amarezza e delusione, chiedendogli di intercedere per farlo calmare. Ma il peggio doveva ancora arrivare, perché il gol-partita è arrivato nella ripresa. «Dopo il gol della Juve - prosegue - ha continuato e i bambini, atterriti, hanno seguito il resto della gara in silenzio, nascondendo sciarpe e qualunque simbolo rimandasse ai colori bianconeri». Questo episodio, chiaramente, ha lasciato un segno. "Nei giorni a seguire mio figlio ha avuto evidenti segni di disturbo e il pediatra ha diagnosticato sindromi ansiogeni - racconta ancora l'insegnante -. Ha manifestato un rigetto per il calcio e ha più volte ribadito che non andrà mai più in uno stadio di calcio. Nonostante la simpatia verso il Catania calcio, la stima e il rispetto verso il fan club Catania di Assoro, credo che il soggetto in questione abbia inspiegabilmente perso il controllo: le sue esagerazioni hanno distrutto il sogno di alcuni bambini, tra cui mio figlio, che si apprestavano a vivere una serata di sport. Ho segnalato i fatti alle autorità giudiziarie, confortato dal sostegno di alcuni amici che hanno assistito all'accaduto. Ma non sono animato da spirito di vendetta. Resto sereno e sicuro che il soggetto in questione abbia vissuto una serata fuori dall'ordinario e saprà rinsavirsi. Me lo fa sperare la sua provenienza familiare e l'appartenenza ad un ambiente professionale e civico che lo farà riflettere sui suoi eccessi. Di fronte a un eventuale pentimento, da uomini maturi e di sport, sarei anche pronto a ritirare la denuncia".

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