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Venerdì Santo, ad Enna l’antico rituale della vestizione dell’Addolorata

ENNA. Giornata del silenzio, quella di oggi, nella quale, secondo la liturgia cattolica si contempla la morte del Salvatore e ci si prepara a celebrare la sua resurrezione. Niente messe, infatti, nelle chiese, dove solo in tarda serata avranno inizio le veglie pasquali.
Attesa e silenzio anche ieri mattina in città dove, in vista della processione pomeridiana, si è conclusa la fase di preparazione della vara del Cristo morto, a opera della confraternita Santissimo Salvatore, e della statua dell’Addolorata, curata da un gruppo di donne devote che gravitano attorno alla confraternita di Maria Santissima Addolorata, coadiuvate dai confrati. Il Cristo senza vita adagiato all’interno di una teca di vetro nella chiesa del Salvatore è stato dapprima esposto ai fedeli e subito dopo sistemato sui bajardi sotto i quali i confrati retti da Gaetano Di Venti hanno condotto l’urna in processione. Stessa atmosfera di meditazione anche nella chiesa dell’Addolorata, dove la vestizione della Mater Dolorosa è stata condotta da donne seguendo un preciso rituale accompagnato da preghiere. All’effige, posizionata ai piedi dell’altare, sono stati pettinati i lunghi capelli naturali, che secondo l’iconografia cristiana indicano disponibilità e fiducioso abbandono a Dio. Subito dopo le è stato posto sulle spalle un fazzoletto bianco orlato di merletto, messo al collo una collana-reliquiario, fissato sul capo il velo sottomanto e infine il lungo manto nero. Nella mano sinistra della Madonna è stato anche adagiato un fazzoletto candido ricamato e sistemato il pugnale argenteo che trafigge il petto della Madre. L’intera cerimonia, riservata a un ristretto gruppo di persone, è stata seguita dal trasferimento del simulacro sul fercolo, davanti al quale, nel primo pomeriggio sono passate tutte le confraternite dirette al Duomo per rendere omaggio alla Vergine trafitta. Ma.Va. 

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