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Enna, un solo medico nell’inferno emergenze

ENNA. Nove ore di attesa senza assistenza o quasi, e il pronto soccorso diventa un parcheggio per malati. Una giornata infernale, quella trascorsa al pronto soccorso dell'Umberto I, mentre molti festeggiavano la "Liberazione" altri rimanevano prigionieri della consueta lentezza dei soccorsi della sanità ennese: tra le tante, la storia di un utente giunto al nosocomio alle 9 del mattino per prestare aiuto alla moglie colta da un'importante reazione allergica. La signora è arrivata in ospedale con i classici sintomi di una forte orticaria, la sua pelle era, infatti, ricoperta da pomfi rossi pruriginosi che non le davano un attimo di tregua, al contrario dei medici che gliene hanno concessa anche troppa. Ha dovuto aspettare più di due ore (dalle 9 alle 11,15) prima che le venisse dato il primo soccorso somministrandole una flebo. «Oltre l'attesa spossante, per ore (dalle 12 alle 14,30) non si sono visti né medici né infermieri - ha spiegato il marito, nel corridoio - e cosa ben più grave non le hanno fatto neanche delle analisi del sangue per accurare la sua condizione». Questo non è tutto: la seconda flebo è arrivata solo dopo che l’uomo ha alzato la voce affinché alla consorte venisse prestata l'attenzione dovuta, la stessa prestata poco prima ad un prelato.

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