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Enna, più "succo" nel mercato delle arance

ENNA. «Andiamo al succo». È il nome dell'iniziativa promossa dalla Coldiretti di Ena presieduta da Lucia Russo per sabato prossimo al centro comunale agroalimentare di contrada Scifitello a Enna bassa dove tra l'altro la Codliretti ogni sabato organizza il mercato dei prodotti a chilometri zero. Nel corso dell'iniziativa sarà lanciata una raccolta di firme per innalzare la percentuale minima di succo d'arancia naturale nei succhi dal 12 al 20 per cento che consentirebbe di dare vitalità ad un mercato come quello degli agrumi dove il prezzo è crollato.
Inoltre saranno distribuiti a tutti gli intervenuti delle arance siciliane. Secondo i dati forniti dalla Coldiretti. Nel 2013 in Sicilia sono stati raccolti oltre 11 milioni di quintali di arance e, anche a causa della scarsa produzione, per la parte destinata alla trasformazione industriale il produttore ha ricevuto un prezzo medio pari ad 17 centesimi al chilo con picchi sino a 24 centesimi. Nella campagna in corso, caratterizzata da una maggiore produzione, invece, il prezzo è crollato fino a 5 centesimi ma il costo al consumatore di un litro di succo d'arancia è rimasto invariato. Tutto ciò fa comprendere come nella filiera ci siano meccanismi che penalizzano tanto gli agricoltori quanto i consumatori. L'innalzamento della percentuale minima di frutta, è una scelta importante non solo per l'alimentazione ma anche per l'economia agricola, grazie all'utilizzo di almeno 200 milioni di chili in più di arance. Invece la Commissione politiche dell'Ue della Camera, ha bocciato l'emendamento alla Legge europea 2013 che prevedeva questo aumento, incurante dei benefici che si possono ottenere e incurante dei danni che ne derivano.
«La Coldiretti così - affermano il presidente e direttore provinciale Lucia Russo e Gaetano Restuccia - annunciano la mobilitazione regionale che si svolgerà anche ad Enna. Si tratta di mobilitazione di carattere nazionale- affermano ancora il presidente e il direttore - abbiamo chiesto a tutte le istituzioni e quindi anche ai Comuni della nostra provincia di approvare una delibera che ne attesti l'impegno perché l'innalzamento del contenuto di frutta possa costituire un punto integrante a sostegno di un'educazione alimentare che valorizza i principi della dieta mediterranea e le sue funzioni di contrasto all'obesità contribuendo alla salvaguardia ed alla crescita del patrimonio produttivo ed ambientale del settore degli agrumi, incentivando, soprattutto in zone ad alta tensione sociale, l'occupazione attiva e trasparente».

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