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Pip, funziona il «gemellaggio» all’Umberto I di Enna

ENNA. Punto di primo intervento dirimpettaio al Pronto soccorso dell'Umberto I? Dopo l'iniziale scetticismo con cui era stata accolta la notizia del suo trasferimento dal poliambulatorio di via Calascibetta a Enna alta al nosocomio di contrada Ferrante, sembra che la strategia messa in atto dall'azienda sanitaria stia portando i suoi primi risultati. Nell'arco di pochi giorni infatti il suo utilizzo è aumentato in maniera esponenziale se prima durante tutto l'anno gli accessi erano mediamente duecento adesso nelle sue prime diciotto ore di operatività sono stati registrati diciotto accessi (due codici bianchi).
«È il valore atteso dalla Direzione", ha commentato Franco Scaduto, componente della task force, riferendosi ai dati citati. «Il percorso dedicato dal PPI al Pronto Soccorso in caso di necessità - hanno spiegato dall'Asp - è improntato alla continuità tra i servizi e si presenta funzionale e riservato». Ma come funzione questo servizio? Ad attribuire il codice ai pazienti è sempre il triage che in base all'entità del problema riscontrato indirizza l'utente al nuovo presidio (prima interno al Punto Territoriale di assistenza) oppure nel reparto (Pronto soccorso), i codici bianchi finiscono nel primo e sono assistiti dai Medici di Continuità Assistenziale convenzionati con l'azienda, i codici verdi se di una certa importanza sono presi incarico dal nosocomio. Il Ppi, è attivo dodici ore al giorno (dalle 8 alle 20) durante la notte i cittadini dovranno comunque rivolgersi al pronto soccorso. La dottoressa Bonincontro, in servizio al Ppi, ha eseguito già diverse rimozione di suture e medicazioni varie e sembra anche lei accogliere positivamente questa nuova location. I locali sono stati completamente arredati adesso si attente di avere qualche strumentazione in più (a Enna alta erano inesistenti fanno sapere i medici) e il potenziamento del personale infermieristico. A proposito di migliorie da effettuare, negli scorsi giorni Santo Angileri, il responsabile territoriale del Sindacato medici italiani in una nota stampa denunciava: «Mancano dei protocolli di lavoro che permettano a questo servizio di interagire e integrarsi con gli specialisti e la struttura ospedaliera, di cui, dobbiamo ricordarlo, il P.P.I. non fa parte, essendo un servizio territoriale». E ancora: «Manca soprattutto, la necessaria consultazione e adesione al piano di turnistica da sviluppare per il prossimo periodo e per i mesi estivi», preoccupazioni lecite di cui la direzione prenderà atto. Insomma in questi primi giorni di rodaggio, il trasferimento è avvenuto martedì 20, il risultato ottenuto sembra essere positivo e anche gli utenti sembrano essere fiduciosi.

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