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Barrafranca: traffico di droga, c’è la sentenza ma arriva prescrizione

BARRAFRANCA. C'è la sentenza, ma non arrivano né condanne né assoluzioni per i dieci imputati del processo su un giro di spaccio scoperto dal Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta, sotto il coordinamento della Dda, oltre undici anni fa.
Il giudice monocratico Elisabetta Mazza ha dichiarato il "non doversi procedere", perché i reati sono stati cancellati dalla prescrizione. La sentenza riguarda i barresi Epifanio A., 52 anni, Alfonso S. di 51, Vincenzo S. di 49, Vincenzo S. di 34, Filippo Roberto R. di 31, Roberto B. di 32 e Filippo R. di 33; per i pietrini Antonio S. di 38 anni e Vincenzo I. di 30; e per il gelese Rosario C. di 37 anni. Nessuno fu mai arrestato per questa storia.
La prescrizione, va sottolineato, non equivale a una condanna, considerato che, sostanzialmente, il Tribunale non ha potuto giudicare se le accuse fossero fondate o meno, considerato che nel frattempo sono cambiate le norme (e per il principio del "favor rei" si applica la legge più favorevole all'imputato) e i reati si sono prescritti prima che arrivassero condanne o assoluzioni. A incidere, secondo quanto è trapelato, è stata la recente bocciatura della legge "Fini-Giovanardi", che aveva eliminato ogni distinzione fra droghe "leggere" e "pesanti".
E così, considerato che in questa vicenda, salvo un'ipotesi di spaccio di cocaina (contestata solo a un imputato), non si sa esattamente di quale droga si tratti - quasi tutte le imputazioni parlano di cessione di una «sostanza non individuata», in alcuni casi anche ad acquirenti «non individuati» - vengono ipotizzati casi «minori» e droghe leggere, per cui il reato si prescrive in pochi anni.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Franco Nicoletti, Paolo Giuseppe Piazza, Maria Concetta Bevilacqua, Giuseppe Di Dio, Angelo Di Dio e Angelo Tambè. L'inchiesta, come detto, è stata condotta dalle Fiamme Gialle, che inizialmente avevano ipotizzato un'associazione finalizzata al traffico di droga. Ma poi l'ipotesi cadde e gli atti furono trasmessi per competenza territoriale da Caltanissetta alla Procura di Enna. Passarono anni già dall'informativa dei finanzieri alla trasmissione degli atti a Enna.
Poi l'inchiesta fu chiusa con la contestazione di ben 40 capi d'imputazione - tutti, a vario titolo, di cessione di stupefacenti o detenzione ai fini di spaccio - da febbraio a ottobre del 2002, ipotesi di reato rubricate a Barrafranca, Pietraperzia e Caltanissetta. La sentenza di «non doversi procedere» è stata chiesta dal pm Giuseppina Sinardi.

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