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«Realizzare una moschea a Enna», offerto un locale in via Donizetti

ENNA. Era appena iniziata la sindacatura di Paolo Garofalo quando un suo annuncio fece rumore: «Voglio costruire ad Enna una moschea». Per fare questo aveva preso perfino accordi con uno stato arabo. Alla fine non se ne fece nulla sia per le polemiche alzate dall'annuncio ma soprattutto per le difficoltà interne allo Stato arabo in questione che doveva finanziare la costruzione. Adesso a fine mandato il sindaco Garofalo non centra pienamente quell'obiettivo, non c'è una moschea nuova di zecca, ma quantomeno apre una porta importante verso l'integrazione.
Il Comune ha offerto alla comunità islamica ennese un locale in via Donizetti, proprio sotto l'asilo, dove i musulmani che vivono in città possono riunirsi e celebrare i riti previsti dalla propria fede. La struttura di proprietà del Comune è stata ceduta in comodato gratuito. Quindi non una nuova moschea nuova ma un primo spazio offerto ad una comunità sempre più presente in città. A darne notizia è il consigliere comunale del Pd Paolo Timpanaro che saluta la novità con grande soddisfazione: «La realizzazione di una moschea in città rappresenta un segnale di grande senso civico, di tolleranza tra popolazioni diverse che culturalmente e storicamente condividono lo stesso spazio vitale». Non è solo una questione di apertura di civiltà ma è soprattutto «un arricchimento culturale e sociale per chi vive ad Enna». Timpanaro è certo che la decisione del sindaco Garofalo «riconosce il diritto di professare liberamente il proprio culto religioso alla stregua ed alla pari di qualsiasi altro». Per il consigliere del Pd anche questa decisione si muove all'interno di un «nuovo fermento culturale che aleggia in città» e che «genera una sorta di spinta propulsiva verso l'apertura a nuove forme di politiche d'inclusione». Queste tendono a «scardinare vecchi stereotipi ed arcaiche formule di divisione classista e razziale». A chi nel tempo si è espresso contro la moschea Timpanaro dice: «Noi vogliamo sgombrare il campo da tutte le entità disfattiste che hanno strumentalmente utilizzato il tema della moschea per attaccare Garofalo». Il merito di questo nuovo passo avanti «va riconosciuto esclusivamente all'amministrazione comunale e all'associazione Anolf per la collaborazione prestata. Adesso - conclude soddisfatto Timpanaro - la moschea è una realtà».

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