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Piazza Armerina, nella Villa Romana
oltre 2000 i reperti in «trasferta»

PIAZZA ARMERINA. Ci sono le monete finite a Siracusa, le lucerne per decenni depositate ad Agrigento, i frammenti di ceramica a Caltagirone. Sono più di 2200 le cassette contenenti reperti archeologici provenienti dalle campagne di scavo che in quasi un secolo si sono succedute alla Villa Romana del Casale. La diaspora dei reperti archeologici del sito Unesco inizia soprattutto negli anni cinquanta, con gli scavi del professor Gino Vinicio Gentili condotti tra il 1950 e il 1955. Gran parte dei reperti tirati fuori da quei lavori furono inizialmente depositati alla Soprintendenza delle Antichità della Sicilia Orientale di Siracusa, da cui all'epoca degli scavi dipendeva Piazza Armerina. Poi negli anni settanta si costituisce la Soprintendenza di Agrigento e l'allora soprintendente di Siracusa, il professor Bernabò Brea, trasferì tutti i pezzi ad Agrigento. Furono ben 43 le cassette presenti ad Agrigento, con un totale di 2171 reperti della Villa Romana, di cui 346 classificati come pezzi interi, quasi interi o ricomposti, mentre altri 1825 catalogati come frammenti. Tra i pezzi interi ceramiche, lucerne, monete, oggetti in terracotta, marmi scultorei e architettonici. Ad esempio nella cassetta numero nove si trovano 58 lucerne, di cui 48 intere, in un'altra 31 lucerne tardo-romane. In tutto sarebbero ben 103 le lucerne intere presenti. Poi ci sono 12 spilloni di bronzo, una croce in bronzo, sei anelli dello stesso metallo, 1 moneta dell'imperatore Claudio e altre sei monete di bronzo. Altro capitolo quello dei reperti che dovrebbero trovarsi al museo Paolo Orsi di Siracusa. Un lavoro molto importante di catalogazione di tutto il materiale "piazzese" presente in altri siti siciliani è quello dell'archeologa Carla Sfameni, condotto per il Comune nel 2008. In quell'occasione una lettera della direzione museale di Siracusa negò l'accesso ai magazzini per alcuni lavori in corso. A quanto pare il museo dovrebbe ancora conservare le monete rinvenute dal professor Gentili alla Villa Romana durante gli scavi degli anni cinquanta, oltra ad una fiaschetta di pregio. Altri 9 reperti archeologici sarebbero esposti, invece, al museo regionale della Ceramica di Caltagirone, e sempre allo stesso museo si troverebbero 4 brocche provenienti da contrada Gatta e contrada Piazza Vecchia. Sono 30, invece, per lo più chiodi, ciotole e frammenti, i pezzi che si trovano all'interno della biblioteca comunale, riferibili agli scavi dell'archeologo Paolo Orsi e del collega Cultrera effettuati alla Villa Romana tra il 1938 e il 1939. Una testa in marmo bianco con una pregiata acconciatura femminile, invece, si trova attualmente al museo Varisano di Enna e ne è stata chiesta la restituzione di recente con un'interrogazione da un consigliere comunale. Gran parte delle cassette, infine, si trovano distribuite tra i magazzini di Palazzo Trigona e i depositi nei box accanto all'area archeologica di contrada Casale.

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