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Enna e Piazza Armerina: furto di cellulari, «scattano» 17 denunce

ENNA. Avrebbero realizzato tre furti con scasso, tra la fine del 2013 e l'inizio di quest'anno, a Enna e Piazza Armerina, per poi rivendere telefonini e computer portatili a una serie di incauti acquirenti, che pur di comprare a prezzi ribassati non avrebbero tenuto conto della provenienza del loro acquisto. Si è concluso con 17 denunce a piede libero, quasi tutte a carico di giovani di Vittoria, nel Ragusano, un'indagine condotta dalla squadra mobile - diretta dal vicequestore Giovanni Cuciti, e coordinata dal Pm della Procura di Enna Ferdinando Lo Cascio - sui tre furti aggravati avvenuti fra il dicembre 2013 e il maggio scorso. Le "vittime" sono tre negozi di Enna e Piazza Armerina, ma ci sono almeno altri due furti non riusciti. Il bottino consiste in una trentina di smartphone, dal costo che oscilla fra i 300 e i 700 euro, e due computer portatili, per un valore complessivo che si aggira dunque sui 15 mila euro. I quattro accusati di furto sono giovanissimi di Vittoria, A.B. di 19 anni, D.T. di 21, C.C. di 26 e I.R. di 24. Sarebbero tutti già noti alle forze dell'ordine, anche con precedenti di polizia per furto. I quattro, in pratica, avrebbero agito di notte, con una tecnica consolidata: infrangono le vetrine delle attività commerciali e poi, una volta dentro, fanno incetta di smartphone e notebook. Anche gli altri 13 denunciati sono quasi tutti vittoriesi, indagati a piede libero dalla Procura per ricettazione di parte dei telefonini rubati. Dopo i furti, in pratica, i presunti ladri avrebbero rivenduto la refurtiva a prezzi ben al di sotto di quelli del mercato. E non sarebbero neppure andati lontano da casa a cercare i loro clienti, tanto che potrebbe essere stato proprio questo a tradirli, oltre alle tracce indelebili lasciate dai codici imei dei telefonini. Giovedì mattina i poliziotti della Squadra Mobile di Enna e Ragusa e dei commissariati di Piazza Armerina e Vittoria hanno svolto varie perquisizioni, su delega della Procura, in cui hanno recuperato una decina di cellulari rubati. Uno degli indagati aveva anche una ventina di grammi di marijuana. Le indagini sono ancora in corso al vaglio della Procura. Gli acquirenti, dunque, sono accusati di ricettazione, non di incauto acquisto, proprio perché l'ipotesi su cui si lavora è che fossero consapevoli della provenienza delittuosa dei telefonini.

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